Rassegna storica del Risorgimento

CALDESI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1967>   pagina <598>
immagine non disponibile

598
Piero Zuma
a scrivere a Mazzini (26 agosto): Saprò della Romagna. Là han spedito truppe, onde non entrino in Tosc[an]a. Chi dice son 100, chi migliaia si dicon compromessi i Cald[esi] in fuga e nascosti in Tosc[ana] .
E poco dopo, 11 settembre: Da Bepfpe] Bar[di] e che mi dice anche sui Cald [esi] fratelli . ')
Ma poi lo stesso Vincenzo Cai desi, passati i primi momenti della bur­rasca, si fa vivo scrìvendo, non sappiamo se dalla Toscana o dalla Corsica, nei primi giorni dì quel settembre, al Tassinari. E sappiamo anche (la noti­zia è dei primi di ottobre) che il conte Ignazio Brinski forse dimorante in Corsica chiamato con altri dal Commissario andò solo, e fu richiesto se fosser colà Cald [esi]. Fosch[ini3 ed altri sedici o diciotto di cui il console di Marsiglia chiedea istantemente l'espulsione. Nessuno dei cercati era pero a Bastia o in Corsica ,a)
Dovunque fossero i Caldesi in quei mesi del '43, sta di fatto che nel marzo del seguente anno Vincenzo scrìve da Firenze al Lamberti informan­dolo che è stato comunicato a quel Ministero che i TedCeschi] si preparan ad entrar in Romag[na] .:iì
Riteniamo che la dimora a Firenze fosse di qualche durata, e non e improbabile che allora Leonida potesse attendere a studi di pittura di cui si interessava.
Ma troviamo di nuovo in Corsica i due fratelli, poiché essi insieme con altri esuli festeggiano il dottor Antidoro Maccolini di Ravenna il quale dopo essere stato trattenuto in carcere nel febbraio del 1845, viene abbastanza sollecitamente messo in libertà.
Un'altra lettera che è del 1 marzo 1845 e dove è taciuto il nome del mittente, fa sapere a Lamberti che i fratelli Caldesi a Firenze furono per­quisiti per un pacco di cartucce alla Robert, fatte venire .4)
3) Protocollo, voi. TI, p. 71 e p. 80.
Comunicando le notizie sui Caldesi, il Bardi aveva usato parole tntt'altro che riguardose che naturalmente Mazzini non ignorò. Pur essendo non concordi con lui, egli serbava stima ai Caldesi, e scrisse sdegnato a Lamberti chiedendo: Bardi tua scrino sul serio, o perché temeva la lettera si smarrisse? Se sul serio perché non gli scrivi cVè una troia. Altro è il dissentire, altro è il trattar da ragazzi uomini che valgono cento volte meglio di lui. (S.E.7., voi. XXIV, pp. 252-253, in data 15 settem­bre 1843).
E allora Lamberti premuroso come sempre e desideroso di confortare Mazzini, gli scrive assicurandolo che il frasario usato dal Bardi era appunto nel timore che la lettera andasse perduta: Bari di I deve aver scritto temendo la lettera si smarrisse. Ed aggiunge: Di Cald [cri] lettera a Tasstinari] , Protocollo, voi. II, p. 81.
A proposito dell'intervento della polizìa, aggiungiamo che il colonnello F. Curri direttore dell'ufficio di Bologna aveva incluso nella lista dei ricercali (2 agosto) anche Vincenzo e Leonida Caldesi.
3) Protnrollo, voi- } p. 121.
*) Protocollo, voi. Ili, p. 66.
*) Parteciparono a quella fraterna esultanza anche il faentino Francesco Ceroni od il prof. Maurizio Un fai ini he ora stato maestro del Macco-Uni. (E. Mrcniu,, Esuli di, p. 200). Molti erano allora, ed in tempi diversi e per breve o meno breve durata, 1 Romagnoli rifugiati in Corsica TI compianto Ersilio Michel che ò tonto benemerito in fatto di ricerche relative ni patrioti in esilio, e non solo por la Corsica, ma anche per altre terrò, ci aiuta assai ad individuarli. Ricor.dianio fra i faentini un Francesco Castellari qualificatosi pur esso stampatore di Faenza , Gaetano Pezzi, Gaetano