Rassegna storica del Risorgimento
CALDESI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
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1967
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601
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Il dissidio Caldasi-M azzini 601
patria, non senza il compiacimento di Mazzini che li sente ora più vicini (Vincenzo, Leonida e Lodovico) a Ini, e non esaltati dagli entusiasmi neo-guelfi
Non piccola preoccupazione di Mazzini è dilatti quella di veder trascinati alcuni dei suoi dalla travolgente fiumana che i più dei patrioti ritengono sfo-ciante verso il sospirato porto della libertà e della indipendenza dallo straniero. Da Londra, e prima di decidersi a venire in Italia, Mazzini vigila, ora più che mai, sugli amici, e con lui vigilano i più fedeli.
Lamberti, scrivendo il 26 ottobre ad Edmo Francia, sollecita l'invio di avvisi in Roraag[na] e per tutto e suggerisce di scrivere ai Caldesi ed ai Faentini anche a nome suo se crede.1)
Ispirano dunque piena fiducia i Caldesi, e ne ispirano i Faentini negli ultimi mesi del 1846.
Nell'anno seguente la corrispondenza fra i Caldesi e Lamberti è tuttora testimonianza di buoni rapporti e di calore mazziniano. Si tratta in generale, in quelle lettere, di raccomandare amici che hanno sofferto durante l'esilio, e che tornano a casa in disagiate condizioni; ed i Caldesi come abbiamo già detto sono tuit'altro che avari del loro.2)
Merita fra le altre una particolare citazione la lettera di Lamberti del 26 agosto 1847 a Leonida, nella quale egli, chiamando a raccolta i fidi, racco* manda di stare uniti, concordi e che tutti si formin all'armi , che si formin Comitato legale organizzato di giovani onesti, intelligenti, risoluti per voto universale che sorvegli governo senza incepparlo e sia catena dei paesi fra loro. Se il Tedesco entra, sappian morire .
Ma lo stesso Vincenzo offre un'eloquente dichiarazione di fede mazziniana con la lettera del 16 dicembre 1848 diretta ai propri concittadini che lo avevano chiamato a far parte del Parlamento in sostituzione di Luigi Carlo
*) Protocollo, voi. IV, p. 175. Nella stessa lettera Lamberti raccomanda di dire ai Caldesi di aiutare ì fratelli Fucci (sono faentini) e Fabrìni del Borgo i quali si erano e rovinati a Orléans per soccorrere i loro concittadini. E ciò potranno verificare quando < rientrano .
Possiamo aggiungere che i Caldesi rispondevano sempre ad appelli del genere. Di aver raccomandato Fabrìni ai Caldesi, Lamberti dà assicurazione il 27 novembre a Filippo De Boni che è a Losanna (Protocollo* voi. IV, p. 204).
Segnaliamo anche una lettera di Leonida da Faenza a Lamberti in data 14 novembre 1846 (Protocollo, voi. IV, p. 222). La lettera è riassunta dal Lamberti in questi termini: Raccomanda accordi.
2) Citiamo alcune raccomandazioni: 26 giugno 1847, Lamberti raccomanda al Francia tal Luigi Del Re buon figliuolo e meritevole, amico di Vincenzo Caldesi. (Protocollo* voi. V, p. 117). H 29 agosto Lamberti scrive a Leonida assicurandolo che si è interessato di collocare presso un gioielliere il faentino Domenico Ceroni recatosi a Parigi per perfezionarsi nella professione, ma senza risultato; non c'è lavoro. (Pro-incollo, voi. VL p. 27). Domenico Ceroni orefice fu poi sodo di Federico Comandimi alla fine del 1849. La ditta <tCnmnndmì e Ceroni era sotto la Loggia dei Signori, di fronte al Duomo. A proposito di Ceroni ohe il Comandint loda nelle sue Memorie* si vedano anche le lettere di Leonida e Lodovico Cnldesi (.Protocollo, voi. Viti p. 88).
Altre raccomandazioni vengono fatte do Leonida ohe è a Faenza, il 13 aprile 1847* favore dell'avv. Stelzi che I segretario della principessa di Boi gioioso (Proto* colto, voi. VX, p. 86)i altre ancora di Lamberti al Caldesi a favore di Antonio Fucci < Protocollo, voi. VI, p. 87), ecc.
B) Protocollo* voi. VI, p, 27.