Rassegna storica del Risorgimento
CALDESI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1967
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pagina
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604
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604
Piero Zanni
E poiché la guerra di fazione è in atto, miglior cosa a parere di Mazzini è che sia apertamente dichiarata e motivata. Né a questa esigenza si sottraggono gli oppositori i quali rinnovano ora più che mai a Mazzini ed ai suoi fedéli i rimproveri già così gravi per il modo con cui è stata condotta e viene tuttora condotta la rivoluzione italiana. Mazzini stesso che è tornato a Londra dà informazioni iti merito il 30 agosto, a Filippo Caronti che è a Zurigo. I corrispondenti dei fusionisti qui, Caldesi, Montecchi, un Teodorani e non so chi altri cercano far girare una protesta contro me e Saffi, come tentatori di moti inopportuni. È la guerra la più vile, la più anti-italiana, la più schifosa ch'io mi sappia >. E la lettera continua ritorcendo accuse e qualificando i fusionisti come gente che muta bandiera a ogni tanto.
L'irosa polemica era particolarmente alimentata in quei giorni da una recente vicenda romana: cioè un altro fallimento di altra preparata ma non esplosa insurrezione di popolo, che otto esuli quasi tutti romani partiti da Genova per Soma, avevano pensato di fare. La polizia arrestò gran parte dei partecipanti (rutti mazziniani fedeli), mentre invece a detta di Mazzini nessuno dei fusionisti era caduto nella rete. x)
Con lo stesso calore e con eguale sdegno Mazzini ripete le sue querele ad altri che ritiene consenzienti con lui. Scrive, per esempio, nella stessa data del 30 agosto a Giovanni Grilenzoni a Lugano: qui, Montecchi, i Caldesi, e due o tre altri, fanno circolare una protesta contro me e Saffi; in accordo con Cemuschi e Ferrari [Giuseppe] . E l'indomani a Napoleone Ferrari a Genova: Oggi, i dissidenti di qui, Montecchi, i Caldesi, i fratelli Castellani fanno circolare una protesta contro me e Saffi, a proposito degli arresti di Roma! Di ciò non m'importa. Ma ormai converrebbe smascherare codesti vili >.2)
Continuano le informazioni e le premure di Mazzini verso coloro che gli rimangono fedeli; e non accenna a diminuire l'asprezza del linguaggio. Come è noto, a Bruxelles non mancano gli esuli, e Mazzini scrive per questo 1:11 settembre a Francesco Dall'Ongaro una lunghisisma lettera informativa e possiamo aggiungere giustificativa, riguardante i fatti di Roma, gli arresti che a suo parere sono una nefandità dei fusionisti . La lettera riguarda Cesare Mazzoni che ha disertato deliberatamente dalla nostra bandiera , e
denzu e libertà alla patria italiana. Poi verrà il problema istituzionale, e verrà il pronunciamento a favore della repubblica.
È di questi giorni un'altra lettera di Mazzini a Saffi in cai gli raccomanda di tenersi in contatto con gli artisti (sono gli artisti italiani, in maggioranza, che soggiornano a Londra), giacché anche Mario da Candia e Giulia Grisi (il soprano che diviene sposa di Mario) Bono più elio svogliati dopo tanti sacrifici fatti, ed a seguito dalle influenze che subiscono ora dai fusionisti, (S.EJ., voi, XLIX, pp. 69-71; p. 113 e p. 136). Di Mario e della Grisi, Mazzini si lagna anche con Carolina Staosfeld.
J) S.EJ,, voL XLIX, p. 327. Per codesta dolorosissima vicenda romana sono da ricordare le notizie e i documenti pubblicati nel voi. XLIX, di S.E.L, pp. 28*31 e pp. 324*327, In nota. Si veda anche la nota a p. 829, Ricordiamo che partiva da Genova per Roma U fnc-ntìno Augusto Bertoni, tenuto nascosto si dicova dalla madre di Mazzini, e fedelissimo alla dottrina od all'azione del Maestro.
Aggiungiamo che la polizìa trasse in arrosto anche alcuni fusionisti. Augusto Bertoni fn trovato impiccato all'inferriata della finestra della sua cella nel carcere di 3, Michele, la mattina del 29 ottobre 1853.
) L, voi. XLIX, pj. 330 e pp. 332483.