Rassegna storica del Risorgimento
CALDESI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
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1967
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Il dissidio Caldasi-M azzini
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riguarda la protesta contro lui e contro Saffi che Montecchi or dissidente e nemico mio > ha tentato di far firmare ad altri, ma con scarso successo. Codesta lettera è veramente concitata: il discorso ritorna sn cose già dette: Mazzini teme di non insistere abbastanza, di non convincere abbastanza, e cosi ritorna sulla faccenda della protesta inviata da Mazzoni a Londra perché si raccogli essero firme tra gli esuli. Fu inviata a M[ontecchi], or bassamente avverso, e fatta circolare dai fratelli C[aldesi], un T[eodorani], e Castellani]. Non riescirono, e furono costretti a ritirarla. A me non cale .
E Mazzini continua accoratamente e sdegnosamente a respingere accuse, a supplicare di rimanere concordi, anzi Dall'Ongaro è incaricato di raccogliere a Bruxelles gli amici (Moscardini, Bramani, il romagnolo Bendandi) persuadendoli a tener fede in lui che è frainteso, calunniato, abbandonato, con grave danno al paese, da colleghi come Montecchi, da collaboratori come Mazzoni, da patrioti come Caldesi, per una mala riescila .1)
Il carteggio mazziniano di questi mesi offre altre numerose testimonianze su uomini e circostanze relative al dissidio scoppiato, o piuttosto rinfocolato, dopo i fatti di Roma. À noi basti rilevare che fra i fusionisti e più con* vinti che mai sono entrati e rimangono i fratelli Caldesi.
Nel seguente anno 1854 la situazione non cambia, né si avvertono segni di componimento. Anzi è da tener conto che in Romagna (e sono presenti le influenze dei Caldesi) non si ripetono tentativi mazziniani; per cui lo stesso Mazzini con la lettera-circolare del 2 aprile, sente il bisogno di Biasimare i romagnoli per la loro inerzia, inculcandoli all'azione. Ed è del 4 agosto la dichiarazione di Garibaldi pubblicata nell'Italia e Popolo con cni vengono condannati appunto gli ultimi movimenti insurrezionali mazziniani i quali screditano la nostra causa .
Più autorevole consenso di questo non potevano desiderare i Caldesi e gli altri che rappresentavano la secessione determinata appunto dagli stessi motivi denunciati dal Generale.
Quindi non possono avere l'effetto desiderato gli appelli che Mazzini ri* volge a questi ed a quelli nell'ambito della sua grande famiglia politica, onde si ritrovi la compattezza sia nella fede e sia nell'azione. La discordia ha conseguenze anche a proposito della raccolta di fondi che in questa o in quella forma viene insistentemente ed ineluttabilmente promossa. Qualcuno fra i più generosi finanziatori non risponde più: per esempio, il tenore Mario De Candia. E Mazzini se ne accora, e scrìve il 22 giugno del '55 ad uno dei fedeli, e cioè a Piero Gironi che è a Zurìgo: Ho fatto giungere la lettera a Mario: non vi risponderà, credo. abitudine sua. Buonissimo, è circondato dai Caldesi ed altri che lo guastano .s)
Dei Caldesi non c'è troppo da fidarsi nemmeno quando si tratta di foto* grafie. Difatti Mazzini scrivendo 1*11 ottobre all'amica Giorgina Craufurd a
1) S.E.I., voi, XLIX, p. 361 e p. 363 Lo lettera è di notevole interesse sia per conoscere la rigida posizione di Mazzini nella contesa, sin per rilevare i malintesi ed anche le inesattezze di fatto in cui egli cade, e sia por osservare che egli ama vedere la canta del dissenso h) una mala ricucita , (quella di Roma) mentre si dovrebbe parlare di una serie di malo riuscite.
Sol contegno poco lodevole di qualche esule e la cosa non può sorprendere si veda la nota olla lettera del 12 dicembre 1854, nella quale si fa casuale accenno a Caldesi. (S.EJ., voi UH, pp. 292-293).
2) SJ5J., voi. LIV, pp. 244-245.