Rassegna storica del Risorgimento

D'ANNUNZIO GABRIELE
anno <1967>   pagina <629>
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La laurea o honoris causa a d'Annunzio
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gante che invadeva con la gran possa della sua persona la troppo per lui parva e certo scarsamente opta aula VI di palazzo Carpegna. Bisognava vederlo e ascoi* tarlo quando tuonava per dimostrare che Cicerone, che era ciociaro come me, avrebbe pronunciata la famosa invettiva contro Catilina con tipico ac­cento della Valle del Sacco: guousque dandem, Cadilina... . E giù una ri­sala, omerica per tradizione letteraria, ma che, secondo il ricordo di qualche su­perstite, faceva tremare i vetri dell'aula, e un'ampia passata sul viso di un enorme fazzoletto, sempre a portata di mano sulla cattedra, a tergere il no­bile sudor. Aveva cantato un poeta di quel tempo antico, esaltando L'aula di Lui, che era anche quella di Zanetti e di Cantarelli, assai più calmi navigatori: Ma tuoni e lampi e venti e avversi dei - rompon del mar la malfidata calma -(e tristo te se in quel malanno sei!) - quando balza sul seggio il grande Ceci .-ed urla e suda e piede batte e palma, - e fa da solo più rumor che dieci... . Di lui molte cose si raccontavano, e non soltanto della sua scienza, della sua prosa eccellente, del suo vivacissimo spirito polemico, ma anche della forza fisica non comune, dimostrata, tra l'altro, nella mitologia di palazzo Carpegna, da certo ostacolo posto dalla sua mole e da una pesante sedia brandita con una mano sola davanti a una dimostrazione di studenti sulla porta della sala del Consiglio. Se qualcuno viene avanti, gliela spacco sulla testa! . È fama che nessuno si sia fatto avanti... Fu lui, dunque, a porre in luce, come dice il ver­bale, l'eccezionale opportunità di simile proposta. Gabriele d'Annunzio, volle subito ricordare, è stato alunno della R. Università di Roma , ma non ritenne di dover insistere oltre su questo argomento, preferendo mettere in rilievo che i suoi insigni meriti letterari sono universalmente riconosciuti, indipendentemente da qualsiasi apprezzamento si faccia dei suoi atteggiamenti politici , Ma non era solo la figura del letterato che Ceci, di quattro anni più anziano del poeta, riteneva giustificasse il conferimento. Egli ha preso porte alla guerra con una vigoria e un valore che non possono non riscuotere l'uni­versale ammirazione. D'Annunzio è in verità il più eloquente simbolo della partecipazione diretta della intellettualità italiana alla guerra. All'interprete del Lapis niger risultava (ma in che modo, per quale via?) che la laurea ad honorem conferitagli dall'Università di Roma riuscirebbe si poeta gradita. Per questo invitava i colleghi a pronunciarsi unanimamente favorevoli alla proposta. L'avverbio e l'accenno all'antica qualità di studente universitario del poeta non garbarono molto a Nicola Festa, che prese la parola dopo il Ceci. Grande maestro e mirabile interprete dei lirici greci, ma ahi! quanto severo appariva a molti suoi discepoli, che ne seguivano le lezioni alle otto del mattino! Era una fama in parte meritata, per la serietà estrema del suo insegnamento e per il modo di esaminare, che ai meno preparati ce n'erano anche allora ap­pariva, a torto, pignoleria, ma troppo facilmente mutata in quella di cat­tivo, che metteva in orgasmo molti esaminandi prima ancora di avere varcata la porta dell'Aula V. Era uno stato d'animo pari a quello di tanti viaggiatori che ai recano in Inghilterra e cominciano a provare gli effetti del mal di mare quando ancora la nave è all'ancora nelle sicure acque di Calais. Chi pensa più olla suggestione delle bianche scogliere ? e chi pensava, allora, alla bellezza di Bacchilide?... E non si sfuggiva al suo sarcasmo. Scusi, che vuol dire aeriate? . Lo smarrito silenzio della vittima aveva come commento un aramo* nitore: Sì ricordi che la persona intelligente conosce il significato delle pa­role che adopera... . Prova a dar torto a colui che terrà con fermezza e dignità la presidenza della Facoltà dal 1920-21 al 1924*25...