Rassegna storica del Risorgimento

D'ANNUNZIO GABRIELE
anno <1967>   pagina <636>
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Alberto M. Ghisall/tirU
Passarono così gli unni e d'Annunzio ai chiuse sempre più in Quel suo mondo di ricordi, di fantasmi, Hi sogni, di tormento e di lavoro che ebbe a confine il recinto del Vittoriale. Mondo nel quale irrompevano dall'esterno crea* lare vive, amici d'altri tempi e d'altre avventure. Tra questi, e non dei meno cari per antica consuetudine e per recente cameralismo di guerra, il professore Giorgio Del Vecchio. Al quale egli aveva donato nel "21 con eloquente dedica un esemplare di quell'immagine di Dante incisa dal De Carolis per il centenario della morte dell'Alighieri e tramutata dal poeta nel Dantes Adriacus. E di molte dediche e lettere attestanti l'amicizia affettuosa con il Del Vecchio savio e prode , fedéle e prode , è ricordo continuo nel volume dell'antico rettore dell'Università di Roma.l) Nelle precedenti visite dell'illustre maestro di Filosofia del diritto a d'Annunzio non si deve èssere mai parlato della man* caia consegna o del mancato arrivo del diploma di laurea, come ci sembra di arguire dalle lettere allo stesso Del Vecchio. Non sappiamo in che modo, ma riteniamo di poter asserire che la questione fu sollevata soltanto durante l'estate del 1927. Tra le sue benemerenze come rettore Giorgio Del Vecchio ricordava, nei lasciare l'ufficio, che, tra gli oggetti esposti alla Seconda mostra delle Uni* versila d'Italia, figurava una grande immagine del Dantes Adriacus, che Ga­briele d'Annunzio, antico e pur sempre giovane scolaro del nostro Studio, com­pagno e vendicatore di Oberdan, profeta ed artefice della nuova Italia, volle recentemente donarmi nell'occasione di una mia visita al Vittoriale per la gioventù universitaria romana, con una mirabile dedica autografa La pre­ziosa immagine fu da me destinata alla Casa dello studente s>. 2)
Una lettera del 17 agosto 1927 ci fa conoscere che il Del Vecchio era giunto a Gardone (lo stesso giorno era stato al Vittoriale il ministro Fedele) e il poeta, cortesemente rimproveratolo di non averlo avvertito, lo invitava a mensa do­mani verso il tocco . Colui che egli chiamava dimidittm anìmue mene dovette apprendere allora che la famosa laurea non figurava tra i documenti del Vittoriale. È un po' singolare, però, che abbia lasciato trascorrere quasi due mesi prima di rimediare a tale inconveniente. Perché è soltanto il 6 ottobre che il rettore, prossimo a lasciare l'ufficio, dà inizio alla pratica. E vi dà inizio in modo sbrigativo, dettando la lettera alla Direzione generale dell'Istruzione universitaria (Pos. 24, protocollo 6883), alla quale comunica che il Poeta stesso, in una visita che ho recentemente avuto l'onore di fargli al Vittoriale, mi ha dichiarato di non averlo [il diploma] mai ricevuto. E pertanto mi pregio chiedere a cotesto Ministero l'autorizzazione al rilascio di un duplicato .4) Nella fretta era stato dimenticato un dato importante, che risulta aggiunto tra pertanto e mi pregio, l'accenno al parere del preside della Facoltà. La frase fu messa ai suo posto, ma quel parere... fu dato post eventum. La lettera,
1) Ved. DEI. VECCHIO, op. eh., pp. 47-61.
2) Ved. Relazione delCanno accademico 1926-1927 (pubblicata dal Rettore uscente prof. Giorgio Del Vecchio all'inizio dell'anno accademico 1927-ZB), in Annuario della Regia Università degli Studi di Rome. Anno accademico 1927-192B, Roma, 1928, p. 27.
8) DEL VECCHIO, op> at p. 55.
*) Ved. facsimile in COMES, op. cit., tnv. 15. Nell'Archivio dell'Università figura anche lo copia manoscritta della stessa con l'interrogativo a matita: Motivazione vecchio diploma? >.