Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1967
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i giovani votatosi e con il formarsi di un più ampio mercato. Il ceto medio fu alleato di Napoleone finché le dannose misure del cosiddetto blocco continentale ed 1 terribili rovesci militari non offuscarono l'orizzonte del neonato Regno.
Quando ciò avvenne molti borghesi ex giacobini delle Marche, come delle altre regioni, covarono la loro opposizione al regime nelle conventicole segrete a fondo massonico, che d'altra parte erano incoraggiate da agenti e da denaro degli Inglesi e degli altri coalizzali.
Intanto la situazione economica, anche a causa dell'aumento dei prezzi, peggiorò fino alla Restaurazione e non migliorò dopo; la carestia era sempre alle porte. La borghesia, che durante l'età napoleonica si era fatta le ossa, perdette dopo il 1815 la forza economica e politica che si era prima assicurata, ma la situazione non tornò uguale a quella del 1796. Sarà questa classe a lottare contro il protezionismo statale in nome del liberismo economico e ad organizzare quelle trame politiche che porteranno ai moti del 1831.
GIANFRANCO DE PAOLI
ZACCARIA CARPI, Giornale della deportazione de* Patrioti mantovani (1-1 giugno 1800-12 aprile 1801), a cura di E ENATO GIUSTI; Mantova, Museo del Risorgimento, 1966, in 8", pp. 151, S. p.
Si tratta della ristampa di un raro volumetto di testimonianze, che il Carpi, mercante mantovano compromesso per via dell'adesione data al famoso triennio, ci ha tramandato. Il prof. Giusti, valente ed appassionato storico dell'età risorgimentale, che già ci aveva dato un notevole contributo sui deportati cisalpini (< I deportati cisal-l.inì,, (1799-1801). Mantova, 1963, pp. 106. L. 700) ha il merito d'aver tolto dairimme-ritato oblio questo scritto di uno dei patrioti che, per aver appoggiato l'unico governo che avrebbe potuto dare all'Italia libertà ed un giorno indipendenza ed unità, pagarono di persona con lunghi mesi di carcere, e talvolta con la vita, nelle tetre casematte di Dalmazia.
Le memorie del Carpi videro la luce a Mantova nel 1903 ma finora erano pos* sednte da pochi bibliofili ; ragion per cui gli studiosi, non solo di storia locale, non poterono avvalersene gran che. Con questo non si vuole dire che le stesse contengano rivelazioni sensazionali. Le pagine del diario che si può allineare con gli altri lasciati dai deportati giacobini (come quello famoso dell'Apostoli, del Manini, del Croia e altri) illuminano il lettore con particolare sensibilità umana sulle traversie, sulle speranze, sui batticuori dei prigionieri. Si legga ad esempio il brano di p. 17 descrivente lo stato in cui i detenuti si trovavano subito dopo l'arrivo a Sebenico (come noto i patrioti cisalpini non furono portati tutti in un unico luogo: l'Austria li inviò parte a Sebenico, porte a Catterò, parte a Brod): Sotto queste cave, sotto queste spaventevoli spelonche, e per meglio dire in questa Tomba furono introdotti ed alloggiati i miserabili detenuti, incurvati sotto il grave peso delle catene che non si vollero levare, sebbene contro il diritto delle genti e contro le stesse leggi del Governo austriaco. Erano queste Catacombe piene di sterco, di fango, di serpi e di multiformi insetti, d'ossa di cadaveri umani e grondanti di acque cariche di Carbonato di coleo; senza tavole, né paglia onde potervi posar sopra le membra lasse ed illanguidite... . Proprio attraverso il sacrificio di questi departati lombardi, veneti ed emiliani, non meno che dei martiri e degli esuli partenopei, le idee feconde dell'età napoleonica avrebbero tuttavia posto le premesse per il Risorgimento italiano.
Completano il volume composizioni ih versi del recluso Ferdinando Arrivubene ed alcune liste di patrioti deportati.
GIANFRANCO DE PAOO