Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1967
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pagina
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650
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650
Libri e iwTWtlici
(in senso repubblicano. Federale monarchico ecc.); la determinazione degli strumenti atti a conseguirlo ; la continuità e la coerenza della classe dirigente; l'intervento straniero in base al quale il problema italiano venne affrontato dal concerto delle grandi potenze ecc. Una essenziale bibliografia chiude e completa il saggio storico.
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Di impianto differente, e non solo perché nato da un convegno storico tenutosi a Modena nel '61, è il terso volume che si segnala qui con pieno merito (anche se con un certo ritardo): esempio cospicuo di quelle iniziative che, da qualche tempo a questa parte, ad opera di Enti e studiosi locali vengono portate innanzi con l'appoggio dell'Istituto per la storia del Risorgimento, di Accademie, di Facoltà universitarie, di Biblioteche o di Istituti di cultura. l'intento di questo lavoro di studio e di approfondimento, che si svolge da un ventennio a questa parte con risultati anche notevoli dì ampliamento di prospettive storiografiche e di specifiche conoscenze (in sede di storia polìtica, economica, ecclesiastica ecc.), è chiaramente espresso nella relazione del Berselli, il quale, richiamandosi a consimili affermazioni di altri storici (quali Dal Pane, Moscati ecc.), si sofferma sulla necessità di superare la dicotomia tra vinti è vincitori, reazione e rivoluzione, di non ascoltare soltanto la rievocazione interessata dei patrioti estensi, ma di elaborare la storia del Ducato sulla base di una indagine globale di tutte le forze politiche, economiche, sociali che, in modo anche contrastante, offrirono un contributo alla vita della regione nello spazio di un secolo tra la fine del '700 e 1**800. E in tale direzione è colto, ed espresso assai correttamente, un canone interpretativo, che non si può non condividere: Per una più completa intelligenza storica della genesi dello Stato unitario va tenuto presente che esso è il risultato di un processo storico nel quale agirono fattori diversi. In questa prospettiva, per quei che riguarda Modena, è necessario oggi analizzare le forze, le resistenze, i limiti coi quali Pex-ducato si inserisce nella compagine unitaria; è necessario studiare attentamente il terreno su cui è stato costruito il nuovo edilìzio liberale anche per meglio riconoscerne e correggerne eventuali deficienze; è necessario occuparsi serenamente ed obiettivamente degli ordinamenti politici e sociali ed economici del vecchio regime che certo non si esaurì esclusivamente nella repressione e nella reazione al fermento rivoluzionario; è necessario tener presenti non solo le forze rivoluzionarie dalle quali nacque la nuova Italia, ma anche quelle conservatrici e reazionarie che ne ostacolarono la formazione (p. 11).
A questa impostazione hanno tenuto fede il Berselli nella sua ampia relazione che si dispiega per l'intero arco del Risorgimento modenese dal 1796 al 1859, con particolare riguardo ad alcuni punti nodali (1796-97; 1830-31; 1848; 1859); il Boccolari con una visione panoramica, diligente e sufficientemente organica, dell'industria e del commercio per la medesima epoca (utile in particolare l'appendice di dati statistici relativi alla popolazione, alle manifatture, agli esercizi industriali e commerciali, allo botteghe artigiane, ai lavoranti ecc.); il Poni con l'importante studio sull'agricoltura dall'età delle riforme alla fine della restaurazione. Di questo saggio anzi (favorevolmente recensito dal Venturi nella Rivista Storica Italiana fase. IV del 1964, pp. 1143*45) vai la pena di mettere in risalto una volta di più il metodo di analisi e di esposizione, poiché l'autore non ha voluto dare una trattazione compinta e articolata deli'argomento (il che sarebbe stato d'altronde assai complesso in una relazione congressuale), ma ha preferito affrontare, pei vari periodi in cui ha distinto la sua ricerca, il problema più significativo dell'epoca, quello ani quale più vivo era il dibattito, quello infine che inseriva più da vicino il territorio modenese nel giro della vita economico della penisola, sta in relazione ai problemi sorti nell'età delle riforme, sia di fronte alle soluzioni elaborate è realizzate nell'età napoleonica, o dopo il 1815; la modernità del metodo va, in questo coso, di pari passo con il valore del risultati conseguiti, sui quali non è possibile soffermarsi con un esame analitico. Un riferimento ancora ci sia permesso per ricordare, tra le altre comunica-rioni, gli studi del Morselli, Ciro Menotti, conte uomo d'affari', del Romboidi, La