Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1967
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pagina
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651
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Libri e periodici
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lega austro-estense parmigiana! dulia Pollari-Muglietla, 1 giornali paltóni modenesi del biennio 1858-61; dell'Ascari, La cultura nel Ducato di Modena ira il '48 e il '60 ih da vedere ora, per le Memorie di religione di Modena, il saggio- di A. Fuppani, figure della Restaurazione. L'epistolario fra Giuseppe llrunati e Giuseppe Baratili, io Cam-mentori dell'Ateneo di 11 restia per l'unno l4, Brescia, 10(5, pp. 31-170).
RENATO GIUSTI
LUIGI IZZO, Storia delle relazioni commerciali tra l'Italia e la Frància dal 1860 al 1875; Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 196?, in 8, pp. XXVII452. L. S.OOO.
Diro eabito che la comparsa di questo volume dell'Isso di coi mi appresto a discorrere il primo della Collana di storia del commercio. Fonti o ricerche, ideata e promossa da Domenico Demarco, sotto gli auspici di una sua creatura. l'Istituto dì Storia del Commercio di Napoli (Facoltà di Economia marittima, dell'Isti tuto universitario navale) costituisce, a mio avviso, un avvenimento interessante nel campo della divulgazione su basi rigorosamente scientifiche delle fasi storiche dell'interscambio italiano.
Le polemiche che da taluni lustri tanto per limitarci alle difficili vicende di quest'ultimo dopo-guerra 3 si accendono e si combattono attorno alle complesse questioni del nostro commercio internazionale, alle prospettive poste, a danno o a favore, dalla ognora crescente espansione del Mercato Comune, si riflessi talora addirittura minacciosi di una tenace concorrenza straniera, che sta facendo lentamente, ma inesorabilmente, precipitare verso il tramonto vantaggiose correnti di esportazione di nostri tradizionali prodotti industria pastaria, conserviera, ecc. sono quasi sempre preda della corrente prosa politica. Raramente, infatti, trovano il conforto di una serena, oculata analisi storica, che sappia indagare circa le origini e le circostanze che hanno determinalo nel corso dei decenni il progressivo affievolirei 6alvo che in taluni comparti merceologici, come quello della industria automobilistica, dell'arte guanteria, ecc. della nostra voce, che un tempo era ben possente e agguerrita sui principali mercati europei ed extra-europei.
In tal senso, dunque, non possiamo che elogiare l'Autore di questa poderosa monografia per essersi richiamato addirittura alle origini della nostra rinnovata vita nazionale, per aver scelto come terminus a quo9 della complessa indagine un periodo cruciale, quale fu indubbiamente quello degli anni 1860-1861. Allora, infatti, la difficile materia degli scambi internazionali italiani avrebbe richiesto una ben diversa impostazione proprio in vista di quegli sviluppi futuri sul piano economico e politico che i dirigenti piemontesi ardentemente andavano auspicando; proprio allora, un piano organico, unitario, che avesse tenuto conto delle esigenze delle diverse regioni italiane, in specie di quelle meridionali, dell'apporto che ciascuna delle forze produttive, irrobustitesi nei singoli Stati attraverso secoli di duro lavoro, poteva recare alla nuova entità statale, avrebbe posto le sicure premesse di un rilancio ben più consistente dell'interscambio italiano. Invece, in questo difficile, complesso settore dell'attività economica nazionale, gli uomini politici piemontesi cosi come avevano operato in altri campi trovarono facile gioco nello estendere la politica commerciale del Regno di Sardegna a tutta l'Italia, rendendo comune, anche a regioni arretrate in taluni settori dell'economia, un regime di relativa libertà' commerciale, attraverso l'imposizione di trattati di commercio stipulati con Ì paesi esteri ancor prima della unificazione nazionale. Da ciò nasce com'è noto alla dimane del 1861, qucll'aggruvarsi di deficienze produttive di alcune regioni italiane, quell'ingigantirsi di distanze, sul cammino del progresso economico, tra popolazioni a mala pena ricucite in un solo grande organismo, quell'apparec* chiarii di amari distacchi e di minacciosi arresti nel cammino di talune comunità, fattori negativi, di cui tuttora, a distanza di oltre un secolo, sopportiamo lo gru vi conseguenze; elementi, questi, posti tutti in opportuna luco dall'Autore e che non mancarono di contribuire a rallentare quel processo di sincera unificazione che si era palesato ben difficilmente componibile già prima dell'unità.