Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1967
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Libri e periodici
guerra tuttavia ISitti si oppose con energia alle pretese francesi di processi vendicativi e di liquidazione dello Stato tedesco, manifestando ampia fiducia nei progressi del movimento democratico della Repubblica di Weimar. Il che era espressione del suo politico desiderio di tutelare l'equilibrio europeo contro le mire egemoniche della Francia ma anche dell'autentica stima per il mondo spirituale tedesco (che solo l'avvento del nazismo avrebbe scosso, facendogli pronunciare fosche, eppor reali sticbe previsioni).
La discontinuità dei giudizi di Mussolini sul nazismo è ben rilevata dal Nolte, che puntualmente segnala volta a volta la simpatia e l'ostilità del dittatore, in relazione a certi momenti internazionali (e quindi al gioco politico in vista dei vantaggi o dei pericoli connessi alla situazone); a ritorni del suo vecchio umore antitedesco; al fascino, sempre subito, della violenza unita alla grandiosità delle realizzazioni. L'atteggiamento di Hitler verso il fascismo è al confronto, secondo il Nolte, improntato al più monumentale semplicismo : ammirazione appassionata per il movimento che con analoghe esigenze lo aveva preceduto nella conquista del potere; volontà costante e disinteressata di amicizia (solo all'epilogo della sua avventura Hitler avrebbe modificato il suo lineare, monomaniaco modo di pensare, individuando nell'alleanza con il partito affine una delle cause della sconfitta).
Ma questa tesi appare veramente semplicistica: se può corrispondere a realtà nel primissimo periodo del governo nazista (e lo è certamente durante la lunga preparazione alla scalata), troppo consumata nella sua ricerca dell'utile appare poi l'azione della diplomazia tedesca (alla quale Hitler non poteva essere logicamente estraneo) nei confronti dell'Italia. Questo emerge facilmente dalla relazione dell'An-chi eri: delineando i rapporti italo-tedeschi fra il '36 e il '43, egli mostra come, nell'incrociarsi delle iniziative fra i due regimi per assicurare il rispettivo particulare, il vero patito dell'alleanza, dal '38 in poi, al punto da sembrare in alcuni momenti politicamente miope, è proprio Mussolini.
Carlo Francovich ha infine tracciato in modo essenziale i caratteri e le vicende della Resistenza italiana, fornendo una precisa sintesi dei risultati acquisiti dalla nostra storiografia: data l'estrema scarsezza delle conoscenze tedesche in questo campo (come segnalava Rudolf Lill nella sua relazione al Convegno nazionale Bulla Resistenza, svoltosi a Roma nel 1964), una chiara messa a ponto può giovare notevolmente.
H volume, in cui ai lamentano molte sviste tipografiche, non ha purtroppo
indice dei nomi.
MAIUO BEL.MIOINELLI