Rassegna storica del Risorgimento
ILLUMINISMO; MARCHE STORIA SEC. XVIII
anno
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1968
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pagina
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21
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Riflessi dell'illuminismo nella Marche 21
Ma se è vero che, soprattutto nella seconda metà del secolo, il moto rin> novatore sembra perdere slancio, è anche vero che 1 Italia contìnua a partecipare alla diffusione delle nuove idee. E ciò è del tutto naturale, perché la gran forza del secolo dei lumi sta, come dice Venturi, nel suo cosmopolitismo, capace di semplificare le parole fino a renderle comprensibili in tutta Europa . da Mosca a Madrid ') e quindi anche negli Stati italiani che di questa realtà europea fanno ovviamente parte. Per questo è possibile parlare di una notevole partecipazione della borghesia più evoluta al generale rinnova mento culturale,21 nonostante le chiusure e le censure che, quando più quando meno, si manifestano ovunque. Nello stesso Stato pontificio, ove il pur timido e prudente riformismo trova un ostacolo insormontabile nell'assenza di un'organizzazione burocratica moderna,5) qualcosa sembra cambiare, anche se è solo con il Pio VI della riforma doganale che si può parlare di un movimento che si allarga e si espande .4) Ma lo Stato romano è una realtà molto eterogenea ed un discorso di carattere generale è piuttosto pericoloso.5) In molti luoghi la preoccupazione prevalente è che idee diverse da quelle consolidate non tocchino la provincia, ove all'idea del nuovo è associata quella dell'infelicità. E per la persistenza della paura delle novità è sufficiente ricordare la pesarese Voce della ragione, che ancora negli anni della tarda restaurazione, apre le pubblicazioni con parole di fuoco sui danni provenienti all'Italia dalla eccessiva diffusione e lettura dei giornali politici di Francia , ) per ag-
i) F. VENTURI, art. cìt., pp. 205-206.
2) D. CANTIMORI, Illuministi e Giacobini, in La cultura illuministica in Italia,. a cura di M. FUBINI, Torino, 1958- pp. 148-162.
w Per i progetti ed i tentativi di riforme nello Stato pontificio: L. DAI. PANE, Lo Stato pontificio e il movimento riformatore del Settecento, Milano, 1959; V. FRANCHINI, Gli indirizzi e le realtà del Settecento economico romano, Milano, 1950; E. PISCITELLI, La riforma di Pio VI e gli scrittori economici romani, Milano, 1958; F. VENTURI, Elementi e tentativi di riforme nello Stato pontificio del Settecento, in Rivista storica italiana, a. LXXV (1963), fase. IV, e l'introduzione al tomo VH degli Illuministi italiani: Riformatori delle antiche repubbliche, ducati, Stato pontificio, isole, a cura di 6. GIARRIZZO, G. TORCELLAN, F. VENTURI, Milano-Napoli, 1965. À proposito della velleità riformatrice del governo pontificio sembra interessante citare questo brano da una lettera di don Carlo Bacher, segretario di un cardinale di Curia, al fratello Barto-lomeo, vescovo di Ripatransóue: Voi non sapete che il mio principale partorisce ogni nove mesi e fa sempre un aborto . Su Carlo Bacher, cfr. S. ANSELMO, Un vescovo agronomo: Bartolomeo Bacher, in Quaderni storici delle Marche, Ancona, a. II, fase 5 maggio 1967), pp. 238-287.
<) L. DAL PANE, op. eh.: < La riforma doganale di Pio VI diventa il punto di partenza di un movimento che si allarga e si espande, di un movimento che, pur attraverso le soste imposte dal corso degli avvenimenti tumultuosi del periodo napoleonico, prosegue la sua strada sotto il pontificato di Pio VII , p. 299. Il discorso di Dal Pane implicitamente contesta le affermazioni di V. A. CANALETTI GAUDENTI, La politica agraria ed annonaria dello Stato pontificio da Benedetto XIV a Pio VII, Roma, 1947, pel quale la nuova vita dello Stato comincia con Benedetto XIV (1740-1758), p. 25, e di V. FHANCHINI, op. cit., che sposta addirittura a Clemente XI (1700-1721) l'apertura di un risoluto e moderno indirizzo, sia pure soltanto economico, p. 70.
) L. DAL PANE, op. cit., p. 1 : Per tutto il secolo XVDI Io Stato pontificio è toccato da fremili di rinnovamento sotterranei o palesi . Dall'alto e dal basso questa vena di fremili rinnovatori s'infiltra nelle cose e negli uomini, ma non fu modo continuo e lineare, sibbene a tratti discontinui e spesso antinomie} .
tì M. LEOPARDI, Considerazioni sui danni provenienti alVltalia dalla eccessiva