Rassegna storica del Risorgimento
COSTITUZIONI SICILIA 1812
anno
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1968
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pagina
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29
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UN LIBRO RECENTE SUL COSTITUZIONALISMO
I IN
La parente liberale che dal 1812 al 1815 si apre in Sicilia, è stata oggetto di indagine da parte di studiosi italiani e stranieri: dall'ampio lavoro di Ernesto Pontieri ') ai saggi sulla English Tiistoriali Review della Lackland -' e del Crawley3* allo studio di John Rosselli4) e da quello di Francesco Renda,0) siamo stati ormai sufficientemente informati circa il significato politico di questi avvenimenti, sulla struttura socio-economica della Sicilia agli inizi del sec XIX, che li espresse, e sulla situazione internazionale europea che li condizionò.
Enzo Sciacca con il suo pregevole volume sui Riflessi del Costituzionalismo europeo in Sicilia (1812-1815) esamina ora il triennio liberale siciliano in rapporto al vasto movimento costituzionale che dalla fine del sec. XVIII, in Europa ed in America, dette vita allo Stato moderno. Si bratta di una ricerca opportuna che ci permette di confrontare la prima fugace esperienza liberale e costituzionale siciliana, con i risultati del processo politico europeo ed americano e di cogliere la profonda differenza tra questi eventi, sulla base di una concreta comparazione di testi. Lo Sciacca, infatti, pur non essendosi proposto un esame tecnico-giuridico della Costituzione del "12 e tanto meno l'esegesi costituzionale comparata di questa, è portato dall'esigenza stessa del suo lavoro, ad un esame che tali caratteristiche assume. Ne vien fuori la visione parallela della Costituzione siciliana del 12, della tradizione costituzionale britannica, della Costituzione francese del '91 e del '93, di quella di Cadice, della Charte di Luigi XVIII e di altri minori testi costituzionali che ci fa meglio comprendere il valore della parentesi liberale siciliana e contribuisce a rendere più completo ed organico il quadro politico di quegli anni elaborato dagli storici precedentemente citati e, in ultima analisi, a darne una valuta* zione storica più documentata ed obiettiva.
Non c'è dubbio, come è stato da altri messo in evidenza che nel triennio, l'elemento di innovazione principale fu un elemento esterno ed estraneo alla vita politica e sociale della Sicilia .tf) Senza quello strano personaggio, cioè, che fu Lord Bentinck. la cui azione in Sicilia fu improntata contemporaneamente alla fede nelle idee liberali ed alla dimestichezza con i raja indiani (sommamente utile quest'ultima nei confronti della aristocrazia siciliana che tanti punti di contatto, almeno nell'egocentrico modo di concepire la vita associata, presentava con le caste elette dalla più grande colonia britannica), difficilmente
r) ERNESTO PONTIERI, Il tramonto del baronaggio siciliano, Firenze, 1943.
"> II, M. LACKLAND, 77ie Fatture oj the Consti tutional Esperi meni in Sicily (I813-'M)., in The EngUsh li istorimi Review, a. XLI (1926); Io., Lord Bentinck in Sicily (WM0UÌVÌ, a. XUI (1927).
8) C. W. CRAWI.EV, Fughimi and Sicttian Constìtution of 1812, ivi, a. LXV (1940).
*) JONI-I ROSSELLI, Lord William. Bentinck and the British Occupation in Sicily, Cambridge, University Press, 1956.
5) FRANCESCO RENDA, La Sicilia nel 1812, Caltanissetta-Romo, 1963.
0) GIUSEPPE BERTI, Recensione u La Sicilia nel 1812 di Francesco Renda, in Studi Storici, a. V, (1964), n. 2, p. 384.