Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1968>   pagina <70>
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MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE
I FONDI ARCHIVISTICI DEL MUSEO CENTRALE
DEL RISORGIMENTO
XXX. - Le carte di Alessandro e Ludovico Calandrelli
Perché alcuni personaggi, anche di un certo rilievo, sono quasi sconosciuti, mentre su altri si incentra l'interesse degli storici? La risposta, di solito, è que-sta: non si conoscono ì loro archivi e, quindi, sans documenta, pas d'hisioire. Un caso singolare è, quindi, quello che il destino della storia ha riservato ai due ufficiali di artiglieria romani Alessandro e Ludovico Calandrelli perché il primo, ancora in vita, si premurò di consegnare le carte di famiglia al Comitato per la esposizione del Risorgimento del 1884. Le carte stesse, poi, entrarono nelle col* lezioni del Comitato nazionale per la storia dei Risorgimento, schedate e cata­logate dalla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele , dove era custodito un pròno Fondo Risorgimento, che il Comitato andava arricchendo con acquisti, lasciti, donazioni. Quando il materiale aumentò si dovette trovare una soluzione autonoma. Molti di noi non hanno dimenticato l'antica Biblioteca del Risorgi­mento a palazzotto Venezia, dove si lavorava sotto lo sguardo benevolo di un agente di P.S., che spesso era di aiuto agli inesperti studenti nei loro primi approcci con i cataloghi. Oggi le carte Calandrelli sono al Vittoriano, nelle buste 116-119 del Museo centrale dei Risorgimento.
Strano destino, dicevo, quello dei due valorosi ufficiali romani perché, a mia scienza, se ne è parlato ex professo solo in due brevissimi profili pubblicati dalla Rassegna storica del Risorgimento nel suo primo anno di vita, il 1914 e, un poco più ampiamente, nel Dizionario del Risorgimento Nazionale e nella Enciclopedia italiana, per merito di Ernesto Ovidi e Alberto M. Ghisalberti. Del solo Alessan­dro si è occupato Paolo Dalla Torre sulla Enciclopedia cattolica. Spero che le notizie che sto per dare invoglino a studiarli un poco più da vicino.
Cominciamo da Alessandro, il maggiore dei fratelli, nato l'8 ottobre 1805 a Roma. La sua carriera militare, attestata dallo Stato di servizio, comincia il 4 febbraio 1818, come cadetto onorario nell'arma di artiglieria dell'esercito pon­tifìcio; le varie promozioni portano Alessandro al gradò di colonnello il 17 maggio 1849; il governo restaurato lo degrada a capitano e, dopo l'arresto, lo radia dai ruoli.
Le carte ci indicano che Alessandro era un eccellente ufficiale, ed era ap­prezzato anche come studioso dell'arte della guerra. Nel 1830, per esempio, scri­verà una Memoria sull'artiglieria pontificia e, in data imprecisata, si occuperà della difesa della maremma toscana; nel 1837 sarà nominato professore alla Scuola dei cadetti d'artiglieria e spesso assumerà le funzioni di giudice militare.
Per parecchio tempo Alessandro Calandrelli sarà di stanza a Civitavecchia. Da un lato compila Memorie sul castello di S. Severa, dall'altro si presta, nel 1844, a leggere antiche iscrizioni su preghiera di Guglielmo Hcnzcn. Nel 1842 ha l'ordine di rilevare la pianta della piazza fortificata; nel 1843 di forare un pozzo artesiano. Due candelabri d'argento gli saranno donati dal Sacro Monte