Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1968>   pagina <72>
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Emilia Morelli
3 La Commissione dovendo procedere a quanto prescrive l'articolo (2do 4}) del citato Decreto ha bisogno: di una buona carta topografica o geografica del paese, e domanda di essere autorizzata a dìriggersi a tutti i diversi Dicasteri* per tutti i schiarimenti che le potranno bisognare.
4 La Commissione domanda, finalmente, se per l'urgenza dei suoi tra­vagli, possa avvalersi di persone di sua fiducia, o pure conoscere a quale auto­rità dovrà dìriggersi onde ottener gli ajuti ad essa indispensabili. Oggi, in Roma li 21 marzo 1849.
I membri componenti la Commissione
Loredaine Maubeuge, GwBatta Carducci, Pisacane Carlo, Giusti.
Tornando alle carte private, accanto al decreto di nomina di Alessandro a deputato alla Costituente, sono conservati rari fogli volanti sulle elezioni e sulle modalità della cerimonia di inaugurazione dell'Assemblea. Troviamo anche il decreto del 16 febbraio 1849 che lo innalza alla carica di sostituto del ministro delle Armi; parte della corrispondenza ufficiale con Avezzana; gli ordini del giorno del marzo 1849; il brevetto di medaglia d'oro al valor militare per la battaglia del 30 aprile.
Più ricche le carte dopo il 1 luglio, data della nomina del Calandrelli a triumviro della morente repubblica.1) Accanto a minute di lettere ufficiali si trovano le ricevute dei colleghi deputati per somme destinate a pagare le spese di espatrio: tra queste una lettera di Giuseppe Galletti che, al con trario, vuole sia messo in evidenza il fatto che ha rifiutato ogni sussidio.
Alessandro Calandrelli è ancora a Roma il 29 settembre quando, prima di accettare un passaporto francese intestato a Alexandre Colombier, scrive al Prefetto di polizia per scagionarsi dalle accuse che gli venivano mosse e per indicare in Domenico Farina il suo giuda. Le autorità pontificie, però, erano all'erta. Invece di salire sul vapore a Civitavecchia, Alessandro viene accolto nelle carceri papali, per rispondere delle sue azioni politiche ed anche di un delitto comune, il furto.
Con un lettera pubblicata sul Giornale di Roma, il marchese Giuseppe Ferrajoli l'aveva scagionato da un preteso peculato per non aver fatto demolire il teatro Apollo. Non era servito a nulla. Una perquisizione aveva scoperto armi e oggetti antichi di incerta provenienza nella casa di chi, F8 maggio 1849, era stato nominato presidente delle requisizioni illegali... fie era nata l'imputazione infamante, perché la polizia pontificia si rifiutava di credere che il Calandrelli fosse un collezionista.
In carcere, ad Ancona, Calandrelli scriverà lunghe memorie defensio-risili e cercherà un titolo di merito nelTaver salvato la mula bianca del Papa, che aveva tenuta in casa sua. Ma non si dimenticherà di essere un tecnico. Ci restano, infatti, disegni del carcere e notizie sui sistemi carcerari;2) ricordi sulla difesa e schizzi delle mura di Roma; elenchi di detenuti; cenni biogra­
fi) Queste carte sono state in parte sfruttate da ANTONIO CUCCHI AHI, L'ultimo triumvirato, in Capital ium, Roma, o. XXIV (1949), un. 9-10, pp. 223-232.
2) Queste notizie sono state rese note da GUALTIERO SANTINI, A. C. e la vita dei prigionieri politici e comuni nella Darsena di Ancona dal 1851 al 1853, in Le Marche nel Risorgimento italiano. Macerata, a. ITI (1927), n. 1, pp. 6-12*