Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1968
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Emilia Morelli
Pregiatissimo Colonnello, Berlino, 17 maggio 1860
Sono incaricato dalla Società Nazionale Italiana di aprire una soscrizione in favore della Sicilia. Si desidererebbe che potesse istituirsi un comitato composto per la massima parte di tedeschi ma nel quale figurasse un qualche nome italiano. Le mie circostanze non mi permettono di apporvi puhlicamente il mio. Io disporrei il tutto sotto mano e farei poi circolare una delle liste in privato. Dovevo ricevere sei esemplari della circolare stampata in francese e sottoscritta dal segretario della Società, Vegezzi Ruscalla, ma fatalmente non me ne giunse che un solo e questo dovetti consegnarlo al barone di Vinche in nome della Società Nazionale e del suo presidente La Farina. Si tratta del' "obolo d'Italia; e mi tengo sicuro che voi, patriota provato d accorderete la vostra cooperazione. Caduto il Borbone, U trono papale si sfascerebbe da sé a dispetto di Lamoricière e de* suoi sgherri. Roma sarebbe la capitale della redenta Italia.
Vi prego di pronto riscontro. Indicatemi Vora il giorno e il luogo in cui ci potremmo abboccare. Il mio indirizzo è: Behrenstrasse n. 49, III
P. S. Trenta talleri e venti grossi da me raccolti in questi due giorni li ho già spediti a Torino.
Di mano del Calandrali i: Riscontrata la presente con quattro scudi, e più non potea, consegnati nelle mani di Scipione Salvotti la mattina dei 24 maggio.
Subito dopo la presa di Roma, Alessandro torna in Patria e trova una sistemazione decorosa, ma assai modesta, come ispettore edilizio del Cornane.
Dopo aver pubblicato nel 1871 un opuscolo su una progettata ferrovia * Salaria dal Tirreno all'Adriatico per le valli del Tevere, Velino e Tronto, vive, sostanzialmente, dei ricordi del passato. Ne sono testimonianza le carte della Società reduci delle patrie battaglie e le biografie dei caduti per Roma che il Comune gli dà l'incarico di compilare. Nel 1873 gli operai della sua città lo chiameranno a dirigere la loro carovana diretta a visitare l'esposizione universale di Vienna. Da ricordare, infine, lo scritto sull'azione dell'artiglieria nel '49, che appare sul Popolo Romano dell'8 gennaio 1877.
Come sempre, scarsissima la corrispondenza: una lettera di Bartolomeo Galletti (1877), due di Nicola Fabrizi (1873), altre di Rodolfo Lanciani per i reperti ac lieo logici rintracciati durante lavori edilizi (1882), e di Luigi Pianciani (1879-1882). Nulla più.
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La carriera militare di Ludovico Calandrelli scorre parallela a quella del fratello maggiore. Nato a Roma nel 1807, nel 1831 è già tenente in seconda, nel '48 capitano, il 17 maggio 1849 colonnello. Le sue carte, raccolte amorosamente dai familiari, sono meno ricche di quelle di Alessandro, ma forse più interessanti. Le lettere di Ludovico al fratello, lunghe e precise, cominciano col descrivere le guarnigioni marchigiane intorno al 1839 e trattano problemi di tecnica militare. Assai più importanti quelle che ci permettono di seguire minutamente le varie fasi della campagna nel Veneto del '48 da Foligno, Cesena, Forlì Ferrara, Treviso, Vicenza, Rovigo, Bologna e, poi* da Comacchio, dove Ludovico ebbe l'incarico di smantellare il forte. Qua e là vengono sottolineati