Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1968
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pagina
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76
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H LIBRI E PERIODICI B
LUIGI BULFERETTI, CLAUDIO COSTANTINI, Industria e commercio in Liguria nell'età del Risorgimento 1700-1861 (Studi e ricerche di stona economica italiana nella età del Risorgimento); Milano, Banca Commerciale italiana, 1966, in 8, pj>. 567. S. p.
Questa collana, che tanto dove alla concezione d'insieme e all'impulso assicuratile da Federico Chabod, sta dando alle stampe le sue monografie con ritmo celere, cosicché già di una ragguardevole biblioteca si può disporre. Una biblioteca nella quale incomincia a prendere maggior rilievo la parte settecentesca, rispetto alle età seguenti, pur rientrando pienamente nel piano dell'opera: anche il volume ora presentalo da Bulferetti e Costantini, per quanto si spinga fino al momento della Unità, si sofferma vistosamente e dichiaratamente di più sul XVIII che sul XIX secolo.
In verità l'età sabauda è per la storia ligure forse già più nota, in quanto connessa strettamente al Regno che fu protagonista del Risorgimento. Gli Autori hanno invece osservato come fosse forte il divario, per il Settecento, fra la mole dei materiali che si conservano come fonti per hi storia economica, e la bibliografia scientifica, dove l'utile volume del Giaccherò non poteva rappresentare che nn primo tentativo di ordinamento di alcune grandi linee e proposizione di motivi e ipotesi d'interpretazione. E quindi hanno creduto bene svolgere parecchi sondaggi in prò* fondita nei punti ritenuti determinanti, di cui conviene qui rapidamente render conto.
Il capitolo relativo alla produzione industriale si fa notare per l'attenzione ri* volta più alla struttura fondamentale del settore che ai semplici dati quantitativi sulle merci prodotte. Bulferetti e Costantini insistono sul fatto che, malgrado la lentezza delle innovazioni, dovuta alla complessiva senescenza dell'ambiente economico ligure, una grossa trasformazione sia osservabile nel corso del Settecento nel senso di uno spostamento da tradizionali attività di artigianato e da manifatture inizialmente importanti come il sapone, il ferro, la seta, verso altre applicazioni, fra cui emerge il cotonificio e in parte il lanificio. E all'origine di questa novità sembra trovarsi un rapporto con i paesi concorrenti da un Iato, con i mercati esteri anche lontani dall'altro, tipico di una piazza prevalentemente marinara e bancaria.
Agli aspetti commerciali, e quindi in primo luogo navali, si rivolge, quindi, il libro con parecchie indagini nuove. Il materiale archivistico non è tale, a quanto pare, da poter offrire serie archivistiche che si prolunghino attraverso tutto il secolo. Per i primi decenni abbiamo soprattutto dati daziari, per gli ultimi più frequenti dati sul movimento delle navi. Dagli uni e dagli altri si ricava comunque la netta differenza fra il lungo periodo di sostanziale stasi, iniziato fin dal Seicento, e segni di una ripresa che sì fa consistente soprattutto negli anni Ottanta. GB Autori opportunamente analizzano le variazioni nella qualità di questo traffico, sotto profilo di provenienza, destinazioni carichi, bandiere, tipo delle navi, ecc., ricavandone sintomi di una t ponentizzazione accentuata e attribuendo molto peso al regime di franchigia btabilito nel 1751. Una considerazione comparata ad altri porti italiani o francesi Marsiglia, Nizza, Livorno, Ancona dovrebbe però render cauti nell'ottimismo, perché i modesti incrementi commerciali di Genova hanno a che fare con aumenti assai più imponenti delle scale rivali: forse soltanto Venezia offre saggi d'incremento così bassi, e questo fatto, che unisce ancora una volta le due antiche repubbliche, non può non stimolare la ricerca di analogie di struttura economico-sociale e dì sviluppo storico abbastanza remolo.
Ma la ricerca sul commercio, anche neUe sue relazioni continue e spesso aspramente conflittuali col vicino Regno subalpino o con la Francia, occupa solo un capitolo del libro. Un altro capitolo si sofferma suU'agricoltura, sia pure giungendo alla