Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1968
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81
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Libri, e periodici
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e deciso obiettivo, ma qui si arsiste a preoccupazioni francesi che andrebbero approfondite imi he sul piano ideologico delle lumièrcs, che rimangono l'arma preferita e preponderante almeno per una parte del Direttorio, e ebe istituiscono fra la Parigi termi* doriunu e la Firenze lcopoldina uno scambio culturale non indifferente). Esaminato dettagliatamente il primo colpo di Slato cisalpino, e posto in chiaro le responsabilità demagogiche del Visconti e quelle equilibratrici del Berlhier (un punto dà chiarire è la sottovalutazione rigorosa ed espressa che l'Autore compie del peso politico di Talleyrand, mentre quanto a Brune ed ai suoi torbidi e terroristici intrighi non c'è ovviamente nulla da aggiungere) l'A. ai occupa a fondo dell'atteggiamento austriaco nei confronti della Cisalpina, ponendo ancora in chiaro quanto inattesi e sconcertanti fossero per Vienna i preliminari di Leoben e quanto viceversa esasperata la sua reazione dinanzi olla rapida ed imponente opera di organizzazione repubblicana compiuta do Bonaparte nell'intervallo tra essi e Campoformio. Lo presenza alle frontiere di un nucleo rivoluzionario cosi cospicuo ed esaltato è avvertita, con sintomatica convergenza tra gli aristocratici viennesi ed i circoli conservatori del Direttorio, come un pericolo gravissimo non tanto sul piano delle relazioni statali e militari quanto su quello più sfuggente e sottile della penetrazione delle idee, della philosophie, a sovvertimento della società.
11 penultimo, e recentissimo, saggio, che sintetizza su piano eminentemente ideo logico e costituzionale le vicende che conducono dal Direttorio al Consolato, è senz'altro il più impegnato ed il più complesso ed ambizioso sul piano interpretativo. Ad una ennesima sottolineatura del carattere empirico e disorganico del Direttorio (e qui bisognerebbe comunque scendere a fondo, ad individuare qualche motivo più robusto che tenesse assieme questi nomini al di là del puro e semplice mantenimento del potere, benché l'A. giudichi bene quando parla di un Direttorio rivoluzionario per istinto ed antirivoluzionario per necessità dopo il 18 fruttidoro) l'A. fa seguire una sottile analisi del partito altrettanto eterogeneo che mira a scalzare l'autorità diretto ri ale in nome di una ideologia che si direbbe protorivoluzionaria, che arieggia la monarchia costituzionale (ecco perciò lo stacco irrimediabile di stile e di gusto col Direttorio, che è, malgrado tutto, figlio della Convenzione), si balocca con una serie di freni e di controlli intellettualistici per poi precipitare a capofitto nel cesarismo autoritario. L'eroe di questo stato d'animo è Sieycs, il cui ritratto è- un autentico capolavoro, con quel culto ostinato della Uberto astratta in cui è tanta parte della tradizione democratica ottocentesca. Le altre sono mezze figure, a cominciare dall'irrequieto Bona parte fino alla coppia Slael-Constant di cui l'A. smaschera con opportuna durezza le riposte velleità aristocratiche, l'intransigenza censitaria, la natura disorganica ed arrivista di gran parte dell'azione politica.
Chiude il volume una serie di postille, tra le quali ci piace ricordare quella sul Foscolo testa calda e perciò diplomatico fallito, malgrado le insistenze affettuose del Melzi, perché i documenti sa di essa ci furono mostrati direttamente da ITA. all'inizio della nostra buona amicizia, con quella verve penetrante, con quella freschezza giovanile d'entusiasmarsi e di comprendere, che è tanta parte del fascino umano di Zagbi e che accomuna al ricordo del ricercatore pignolo e caparbio quello del generoso collega e dell'ospite cortese.
RAFFAELE COI.AIMETUA
UMBEHTO MAIÌCEI.I.I, La vendita dei beni nazionali nella repubblica cisalpina; Bologna, Patron, 1967, in 8, pp. VI 11-523. L 5.500.
Concepita sulla traccia metodologica e, almeno in parte, nella prospettiva ambientale dello Zangheri, affiancata al lavori analoghi del De Felice e del Ulani (rispetto ai quali si ha qui rispettivamente la realizzazione massiccia dei propositi filoborghesi dei circoli di governo e la loro localizzazione in una regione economicamente assai evoluta, che. proprio da questo processo d'alienazione e di concentrazione trasse, tra l'altro, l'incentivo ad un collegamento politico che sarebbe soprav-
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