Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; URUGUAY STORIA 1847-1848
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1968
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Salvatore Candido
e che si vuol vedere concluso a tutti i costi, ma non si può concludere se non con la forza delle armi quando il potere militare è affidato ad un uomo, straniero per giunta, nemico di ogni accomodamento e di ogni compromesso.
Ma i tempi sono maturi, anche in Uruguay, perché l'irriducibile console sardo, ostile alla collettività liberale, muti atteggiamento, forse a ciò costretto dal nuovo indirizzo politico seguito dalla corte di Torino o spintovi dall'entu-siasmo dei connazionali rimasti legati, anche negli ambienti più retrivi, alla patria di origine e, pertanto, attenti e sensibili agli avvenimenti, peninsulari..
Particolarmente importante al riguardo il dispaccio del 24 dicembre 1847 in cui cogliamo la prima notizia della ventilata partenza per l'Italia di Garibaldi e di una parte della sua Legione che avrebbe dovuto raggiungere gli Stati pontifici.*) Ma è significativo che questo primo annuncio di parte ufficiale sia inviato in Italia dopo oltre due mesi dalla data in cui Garibaldi ed Anzani avevano indirizzato il loro messaggio a Pio IX attraverso l'iniernunzio apostolico presso la corte imperiale di Rio, mons. Gaetano Bedini (12 ottobre 1847), e molto dopo che Mazzini ed i suoi compagni di azione avevano cominciato a dibattere i problemi di ordine pratico che occorreva risolvere perché la Legione Italiana di Montevideo potesse raggiungere le coste d'Italia.
Mi riferisco in particolar modo alle seguenti lettere, su cui non mi dilungo perché già note agli studiosi e pubblicate nell'epistolario mazziniano, fra cui la più importante per il nostro studio è quella del 7 novembre 1847 inviata da Parigi a Giacomo Medici che. militava allora agli ordini di Garibaldi a Montevideo con il grado di capitano, in cui si discute su un piano di trasferimento della Legione in Italia che avrebbe dovuto effettuarsi già fin dal gennaio di quell'anno, ma che era stato prorogato per motivi di forza maggiore.2)
Nello stesso giorno, Mazzini insiste sull'argomento in una lettera a G.B. Cuneo che trovavasi pure a Montevideo8) e, il 19 successivo, in una lettera inviata a Nicola Fabrizi a Livorno4) in cui si ripiega sulla possibilità che giungano dall'Uruguay soltanto 150 invece dei mille uomini che Garibaldi aveva segnalato come disponibili per l'immediata azione sul suolo d'Italia in una lettera del 20 novembre 1847 inviata a Felice Foresti a New York.s)
Con essi il combattente nizzardo avrebbe costituito la sacra falange di mille uomini, del numero stesso, cioè, di volontari che di li a qualche anno avrebbero, con il peso del loro intervènto, provocato la più grande impresa del nostro Risorgimene, quella di Sicilia.6)
i) Trovasi in .4.5.7'., Fondo < C.N.B.A. 1835-1851 . Il documento, che risulta inedito, porta il n. 83 di protocollo ed il n. 55138 del Registro dell'Archivio.
2) In Scrìtti editi ed inediti di Giuseppe Mastini (SJJZ), Imola, 1906-1943, voi. XXXIII (Bpisu, XVIII), Lett. MMCCLV, pp. 44-53.
8) Ibidem, Leu. MMCCLVI, pp. 53*55.
*) Ibidem, Leo. MMCCLXIX, pp. 96-101
) Ibidem, Leu. MMCCLXX, pp. 302-107.
S) fi opportuno esaminare, attraverso timi fonte ufficiale, quali erano, nel periodo In eoi si preparava la spedizione in Italia, gli effettivi della Legione Italiana di Monte-video.
Nella AJVMé, Fondo M.GJVI. *, Caesa 1394, abbiamo trovato nn documento che indica la seguente forzo, firmato da Antonio Susini, comandante in seconda che di Ji poco avrebbe sostituito Garibaldi ed avrebbe comandato le forze italiane residue fino al loro scioglimento:
3 Capì; 20 capitani} 36 tenenti, sottotenenti, aiutami e medici} 42 musici della