Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; URUGUAY STORIA 1847-1848
anno <1968>   pagina <565>
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Garibaldi sulla, via del ritorno
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Ignoriamo se nella copia definitiva furono aggiunti altri molivi che giusti­ficassero la decisione del Pontefice oltre quello indicato nella minuta del docu­mento giunta in nostre mani.
Per la stretta connessione che hanno con il periodo ed il caso esaminati, ritengo opportuno riportare integralmente, nell'appendice documentaria,*) i due ultimi documenti tratti dal fascicolo citato dell'Archivio Segreto Vaticano anche perché nel secondo documento è ribadito ancora una volta il divieto espresso dal Sommo Pontefice di utilizzare comunque l'opera di Garibaldi e dei suoi legionari. Trattasi di un dispaccio del 3 marzo 1848 inviato alla segreteria di Stato dal consolato generale pontificio di Genova che si riferisce all'arrivo in quel porto di Anita e dei suoi figli e della risposta dell'I 1 marzo in cui si af­ferma ancora una volta che l'offerta di Garibaldi e di Anzani non poteva essere accolta dal Governo pontificio anche in forza delle sue leggi militari :>.
Altri documenti non sono stati reperiti finora ma quelli già esaminati e gli altri pubblicati in appendice ci illuminano sull'atteggiamento tenuto in tale cir­costanza dalla Santa Sede e sui rapporti che intercorsero fra Garibaldi e le auto­rità pontificie, rapporti che sono mantenuti su un piano, direi, di diplomatica prudenza che non lascia di certo prevedere la violenta presa di posizione suc­cessiva di Garibaldi e dai suoi più fedeli compagni. Ma a Roma ben presto Gari­baldi avrebbe lasciato, morti o feriti, molti suoi compagni di Montevideo ed avrebbe, partendo da premesse contingenti di tono politico, mutato profonda­mente il suo atteggiamento verso la Chiesa e verso i suoi rappresentanti.
* * *
Ma seguiamo adesso, le vicende di Garibaldi e dei suoi legionari attraverso i rapporti di un testimone divenuto oltremodo vigile e cerchiamo di cogliere in essi le ripercussioni e l'eco che gli eventi italiani di quel periodo ebbero su una collettività preparata da anni di lotta e di attesa alla ineluttabilità di eventi nuovi che, sconvolgendo e trasformando l'Italia, avrebbero interessalo diretta­mente anche la vita di molti combattenti della Difesa.
Senza questa attesa febbrile, appassionante non si spiegherebbero, infatti, gli atteggiamenti e le iniziative dei protagonisti di quegli eventi ed in particolar modo, degli uomini di punta di una comunità costituita prevalentemente da Li­guri e da abitanti della fascia alpina fra cui, più ardenti ed esuberanti sia per impeto politico che per preparazione dottrinaria, erano gli uomini che militavano nella Legione Italiana (Garibaldi, Anzani, Medici, Sacchi, Oroboni) o si racco­glievano nel ristretto comitato che ne proteggeva e tutelava gli interessi sul piano assistenziale ed economico, cioè nella Comisión Encargada de la Legión Italiana di cui facevano parte, fra gli altri, G. B. Cuneo, Francesco Castagneto, Napoleone Castellini, i fratelli Antonini, uomini tutti che erano stati attratti dalle dottrine mazziniane e sentivano profondamente il fascino e l'importanza degli eventi nuovi che andavano maturando in Italia, portati a conoscenza del pubblico dai capitani e dagli equipaggi delle numerose navi liguri che solca­vano l'Oceano e ripresi dalla stampa di lingua spagnuola e dai modesti fogli di lingua italiana.8)
1) Trattasi dei documenti un. 1 e 2.
3) Nello jèMwm? timAt, M.GM., Casse 1371 e 1378, ho trovato due docu-menti inoltrati da detta Commissione, il primo del quale, del 22 novembre 1845, è fir-