Rassegna storica del Risorgimento
BONOMELLI GEREMIA; CARTEGGI (DA PASSANO-BONOMELLI); DA PASSANO
anno
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1968
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pagina
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574
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574 Ornella Confessare
sànie e por il momento la cui viene scritta e perché molte in lime, una volta di più, la fede del Boncinelli nella libertà interiore; fede che lo spinge a riprendere la penna pericolosa per dettare ira promemoria sulla partecipazione dei cattolici alle elezioni politiche, tino dei temi centrali delle polemiche tra le coerenti transigenti e intransigenti.
Questo documento cade in un momento significativo non solo per la vita del Bonomelli (sono passati solo alcuni mesi dal marzo 1889), ma pure della situazione politica italiana. È infatti in questi anni che riaffiora insistente l'idea della formazione di un partilo conservatore nazionale, sulla base di una unione dei grandi proprietari agricoli alle forze cattoliche, di cui Stefano Jacini, nel lontano 1867, era stalo l'ideatore. È ora la situazione italiana che sollecita tale iniziativa; negli anni del primo ministero Crispl, e in particolare nel 1889, si ha infatti una recrudescenza di anticlericalismo, come reazione al fallimento dei tentativi conciliatoristi dell'87, la cui più appariscente manifestazione è la inaugurazione del monumento a Giordano Bruno il 9 giugno 1889. In tale clima il programma di un partito conservatore, dopo il fallimento del 1879, riacquista mordente e riaffiora, negli ambienti cattolici transigenti, l'urgenza di sensibilizzare le classi aristocratiche e borghesi alla formazione di un partito di credenti e di italiani, che formi un argine alla politica anticlericale crispina. Questa urgenza traspare nei carteggi del direttore della Rassegna e dei suoi coUahoratori, anche se si unisce, in un Raffaele De Cesare, allo scoraggiamento sulle possibilità di riuscire a reclutare le moltitudini che bisogna disciplinare alla vittoria .x) Lo stesso Da Passano, scrivendo a Jacini, per ottenerne la collaborazione al periodico, mentre precisava il fine che la rivista si era proposto dal suo sorgere, quello di arruolare gli aderenti di un partito conservatore liberale nelle file del partito moderato e in quelle del partito clericale per la formazione di un futuro partito politico e nazionale , realisticamente e amaramente ai rendeva conto di svolgere un lavoro di preparazione sull'avvenire e di ottenere una magra raccolta nel presente .2J Lo scoraggiamento del Da Passano è del resto condiviso dallo stesso Jacini, che, rispondendo alla lettera del direttore della Rassegna, esprimeva una più netta sfiducia*) sulla possibilità di costituire in Italia un partito conservatore eminentemente nazionale ... nn partito d'azione perché nella politica militante i partiti puramente astratti non esistono . *> Jacini, quindi, pur tenendo in grandissima stima chi, come il Da Passano, conservava la fede nel trionfo delle [proprie] idee , pensava di non prendere parte attiva alla formazione di un partito conservatore, convinto della inanità di ogni tentativo non solo di persuadere il pubblico snlla bontà di una idea, non solo di provocare su di essa una discussione, ma
1) Raffaele De Cesare a Manfredo da Passano, Roma, 28 maggio, s.a., ma 1889, In Archivio Da Passano La Spezia. [A.DJ*S.. Un particolare ringraziamento rivolgo alla famiglia Da Paesano, che, con vera liberalità, mi ha consentito di consultare l'archivio della Rassegna Nazionale.
-) Lettera di Manfredo Da Passano a Stefano Jacini, Firenze, 12 marzo 1888, in Archivio Jacini, titolo I, Famiglia Jacini, Gruppo 21, Stefano di G. Battista di G. BatiiHta, <r Corrispondenza politica (1858-1891), Cartella ti. 47, fase n. 2; ringrazio vivamente la famiglia Jacini per avermi concesso la possibilità di utilizzare la lettera, gentilmente segnalatami dal prof. Ponzi.
8) Sorta in seguito all'accoglienza del suo scritto: La questione del papato e l'Italia, ristampa italiana de Le prìncipe de la neutraUsation internationale applique au Saint Siene, apparso nel 1887 nella Reoue internationale e riprodotto dalla Rassegna.
*) Stefano Jacini a Manfredo Da Passano, Milano, 17 marzo 1888, A.DJ'.S.