Rassegna storica del Risorgimento

BONOMELLI GEREMIA; CARTEGGI (DA PASSANO-BONOMELLI); DA PASSANO
anno <1968>   pagina <575>
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Un memoriale bonomeUiano
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di ottenere che ai prendesse semplicemente notizia die una tale idea è stata esposta .l) Il direttore della Rassegna si rendeva conto, d'allra parte, che nn programma conservatore, fatto proprio dalla rivista fin dal 1879, non aveva riso nanza in quelle classi, l'aristocrazia e la Borghesia ricca... il laicato e Fallo clero , che invece avrebbero dovuto sostenerlo. Ne scriveva perciò preoccupato al Bonomelli alcuni giorni prima di andare a trovarlo,2) chiedendogli di inter­venire presso l'aristocrazia e la ricca borghesia milanese ( là vi sono le emi­nenti società patriottiche e cristiane, là le ricchezze che potrebbero interve­nire) per trovare un appoggio al programma del periodico in coloro che convengono... nella necessità di lavorare alla costituzione di un partito di credenti, italiani a tutta prova. L'assenteismo dell'aristocrazia e della borghesia era stato notato pure da Raffaele Mazzei, che aveva confidato il suo scoraggia­mento allo stesso Bonomelli, notando come la maggior parte dell'aristocrazia e della borghesia più influente seguano la china fatale senza scorgere il peri­colo al quale andiamo incontro .3) A questo scoraggiamento si accompagna in molti la preoccupazione che tale disinteresse porti alla diffusione di idee anticristiane e soprattutto al turbamento delle coscienze dei giovani; scrive infatti il Mazzei al Bonomelli nell'89 : "* * In tanto guasto di cose e di idee tremo per i figli miei, per le coscienze loro e il mio timore si fa più grande dal non vedermi sufficientemente adatto a salvaguardare le anime loro dai tanti pericoli che corrono. Nel desiderio di convogliare le forze aristocratiche e borghesi in un partito conservatore a base unitaria, pesa quindi una preoccu­pazione sociale e soprattutto religiosa, del resto esplicitamente ammessa dal Da Passano nella lettera citata al Bonomelli, nella quale scriveva che nessuna delle questioni è così importante per noi come quella sociale e religiosa d'Italia .
Al centro di questa discussione che si intreccia da varie parti si pone quindi il problema di scuotere le classi conservatrici dall'indifferenza e dal­l'apatia e nello stesso tempo di incoraggiare i cattolici ad agire politicamente, destandoli dal loro torpore con una vibrante campagna elettorale cbe li con­vinca della necessità di difendere i propri diritti minacciati da leggi ingiuste. In questo clima s'inserisce il tentativo del Da Passano e del Bonomelli nato dal desiderio di contribuire, stimolando i cattolici ad intervenire nelle elezioni, alla formazione di un partito conservatore del quale essi devono formare la base.
Non è cerco la prima volta che il Bonomelli affronta il problema eletto­rale* né sarà l'ultima. Basti pensare al 1882, al 1885, più tardi al 1904, perché ai confermi l'impressione di quanto il Bonomelli sentisse l'urgenza di risol­vere tale questione, che nel gruppo conciliatorista della Rassegna era stata affrontata, sia pure con diversa angolatura, fin dal tempo degli Annali Cattolici e della Rivista Universale. A incalzare 1 vescovo di Cremona è il timore che, prolungandosi l'astensione, i cattolici si adagino in una comoda inerzia e
t) Sull'attività di S. Janni, che, superato questo momento di crisi, accetta nel *90 di porsi a capo del costituendo partito conservatore, cfr. S. JACINI, Un conservatore rurale detta nuova Italia, Bari, 1926, voi. fl, cap. Vili.
2) Manfredo Da Passano a un'Eccellenza Reverendissima, 16 nov. '89 (mi­nuta conservata neir A.D.PJ.)i chi fosse il destinatario Iil Bonomelli] si ricava facilmente dal testo.
8) Raffaele Mazzei a Bonomelli, 6 sett. '89, BIBLIOTECA AMBROSIANA, MILANO, carte Bonomelli, 1889.
*) Lettera citata del 6 sett, 89.