Rassegna storica del Risorgimento

BONOMELLI GEREMIA; CARTEGGI (DA PASSANO-BONOMELLI); DA PASSANO
anno <1968>   pagina <576>
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Ornella Confessore
abbandonino, più di quanto gin non facciano, il campo vivo della lotta. *) Que­sto timore è diffuso tra i corrispondenti del Bononielli e lo stesso Raffaele Mazzei, quando all'inizio dell'89 si sparge la notizia delle imminenti elezioni* scrive al vescovo mostrando tutta la sua preoccupazione sulla composizione della futura Camera, che, continuando l'astensione dei cattolici, rischia di essere peggiore della presente. E quindi urgente per il Mazzei far comprendere alle masse cattoliche quanto già il vescovo, in una lettera a lui indirizzata* aveva affermato: il diritto alla libertà di coscienza in un campo che riguar­dava esclusivamente i diritti cittadini.
Nel memoriale che qui si pubblica sono ripresi quindi alcuni temi che il Bonomelli aveva affrontato e trattato in lettere private indirizzate in varie occasioni a suoi corrispondenti o al Pontefice: un confronto tra il memoriale dell'89 e altri documenti precedenti e seguenti può essere interessante ai fini d'individuare le costanti o le svolte nel pensiero bonomelliano circa il problema elettorale, che a sua volta si lega a quello più. scottante dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Nel memoriale fino all'art. 4 il Bonomelli rifa la storia del non expedit, negandone il valore di legge; riprende così un concetto già espresso in una lettera a mons. Guindani del 19/5/86 in cui aveva scritto: Un non espedire della Penitenzieria non è legge per nessun modo.2) Al paragrafo 5, è invece riaffermato, sia pure con un brevissimo cenno, il principio della indipendenza reciproca tra Stato e Chiesa, ognuno sovrano nella propria sfera. TJn accenno rapido, dove pure si Sente riaffiorare la visione con cui il Bonomelli aveva chiuso Roma e l'Italia; nell'opuscolo condannato I* albore dell'avvenire si apriva per il vescovo con la visione di uno Stato avente la sua base nel diritto comune , diritto che avrebbe consentito alla Chiesa, finalmente libera, di spiegare tutta la sua potenza, fidando solo nella sua fòrza morale. É
Lontano preannuncio dell'affermazione che apparirà nella famosa e dibat­tuta pastorale del 1906: La separazione tra Chiesa e Stato e il diritto comune è la soluzione migliore e forse unica dell'intricatissimo problema . La no* vita del documento mi sembra racchiusa nell'articolo 7; il Bonomelli in tale paragrafo distingue infatti tra i sudditi degli antichi Stati pontifici e quelli degli altri Stati annessi al regno d'Italia e solo per questi ultimi parla dell'obbligo morale di partecipare alla vita politica.
L'articolo appare nuovo in quanto nell'82, nel memoriale redatto dal Cantù e dal Bonomelli, si era fatto notare, al contrario, come fosse assurdo distinguere tra sudditi degli Stati pontifici, ì quali avrebbero dovuto ottempe-
1) Questo timore era già stato espresso dal Bonomelli nella risposta al primo quesito del questionario sottopostogli da Leone XIII nel 1882 in occasione della visita ad limina del vescovo di Cremona. Cu*.: C. BELLO, Geremia Bonomelli con docu* menti inediti, Brescia, 1961, p. 82 e sgg. L'episodio, con la pubblicazione dei docu­menti, sarà riportato dalla Rassegna il 16 gennaio 1904. La preoccupazione circa la preparazione dei cattolici era pienamente condivisa dagli amici della Rassegna. G. B. Bolla, molto vicino al Da Passano, gli scriveva preoccupato da Nupoli il 28 oprile 1886 a proposito della probabile caduta del non expediti [se ciò avvenisse] credo che si farebbe un solcnnissimo fiasco perché siamo troppo avvezzi per lunga inerzia all'a*tensiono. (AJ)J*}i.
S) Cfr. C. BELLO, Geremia Bonomelli, c'iti, p. 277.
8) Roma e l'Italia e la realtà delle cose, in Rassegna Nazionale, 1 marzo 1889, p. 86}