Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918
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1968
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Luigi Mondi ni
La brigala aveva adempiuto il suo compito, eppure nei momenti del ma* rasma, privi di notizie, erano stali affacciati dubbi sol suo comportamento. Successivamente con pochi superstiti, sempre inquadrati dagli ufficiali sopravvissuti, passava il Tagliamento, si trasferiva dietro il Brenta e, quindi, sul Bacchigliene, per essere ricostituita. Il 14 novembre, ne riprendeva il comando il generale Papini, al quale venivano concesse una medaglia d'argento al v.m. e la Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, giusto riconoscimento del comportamento suo e dei suoi fanti.
L'azione del generale Ferrerò si svolse ad un livello di comando più elevato e di grande responsabilità e maggiormente ammirevole, perché quella responsabilità il generale Ferrerò andò a cercarsela. La rottura del fronte sull'alto Isonzo aveva aperto una vasta falla fra le truppe del Cadore e della Carnia e quelle schierate sul Carso, che pur se non direttamente investite dal primo, violento attacco austro-tedesco subirono il doppio trauma, fisico e psichico, dell'abbandono di posizioni che avevano conquistato e difeso a prezzo di sanguinosi sacrifici, e di una lunga ritirata, operazione sempre di difficile esecuzione e che, in quel momento, era resa più aleatoria dal defluire di una massa crescente di sbandati e di centinaia di migliaia di profughi, che ingorgavano le strade.
Nella seduta segreta della Camera dei Deputati del 13 dicembre 1917, il Ministro della Guerra, generale Alfieri, giudicò giusta e molto chiara la visione in base alla quale il Comando Supremo aveva diramato gli ordini: ...la terza, armata ripieghi, verso il Torre, il Tagliamento, il Piave, essa rappresenta in gran parte la salvezza dell'esercito e deve potersi ritirare ordinatamente; i Corpi della seconda armata che erano sulla Bainsizza e a' Gorizia proteggano, come un gigantesco paravento, questa ritirata .
La 2a armata era stata articolata in due settori, l'ala sinistra che contrastava frontalmente il nemico incalzante, e la destra, costituita con i tre corpi d'armata, già schierati oltre Isonzo, che svolgeva le funzioni di gigantesco paravento . Ne era stato affidato il comando al generale Giacinto Ferrerò, che arrivato dall'Albania per usufruire di un periodo di licenza a Torino, si era recato anzitutto al Comando Snpremo, a Udine, per discutervi alcune questioni riguardanti la situazione in Albania, giungendovi giusto la vigilia dell'inizio della XII battaglia. Dedicata Ai miei figli , ha scritto nel 1921 una memoria riservata sulla terribile parentesi di Caporetto , allo scopo di lasciare notizie circa la parte presa agli avvenimenti dell'ottobre 1917, tratte dalla minuta del Diario storico-militare del Comando Settore destro della 2a Armata e da note di taccuino .
Riempie una ventina di pagine dettiloscrttte, con numerosi allegati e ne stralcio alcune parti. Egli scriveva all'inizio:
Era nell'aria e nell'ambiente (s'era al 23 ottobre, N-jiJR.) una evidente preoccupazione per eventi prossimi e gravi sulla nostra frontiera. Nelle brevi passeggiate dopo i pasti e prima dell'ufficio, udivo S.E. Cadorna discutere, ma sempre sereno, ricordo che lamentò la mancata esecuzione di lavori difensivi ordinati sulla fronte del 4 Corpo la freddezza, se non l'apatìa dì quel Comandante che non lo aveva favorevolmente impressionato. La seta del 24 udivo il Generale Cadorna dichiarare al Generale Porro che in caso malaugurato, non al Tagliamento sarebbe stato necessario arrestarsi ma risolutamente arretrarci fino al Piavo por frapporre spazio e tempo fra le nostre forze e quelle nemiche, per riordinarci e per disporre di una lineo difensiva veramente efficace. Fu quella sera che io dichiarai al generale Porro che non sarei