Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918
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Fra Isonzo e Piave, nell'autunno 1917
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partilo il dì seguente per In licenza e che parendomi l'oca grave mi mettevo a completa disposizione per qualsiasi incarico. Il generale Porro mi ringraziò, approvando .
Comandante dell'ala destra avrebbe dovalo essere il generale Montuori che, però, assunse il comando della 2a armata per sostituire il generale Capello ammalato e Ferrerò prese il suo posto. A Cividale assai triste gli riuscì la visita al suo vecchio camerata comandante Capello ed osserva che egli era certo in cattive condizioni ed io pensai dovesse sentirsi prossimo a morte per cedere in quell'ora ad altri il suo comando . V'è una punta di riprovazione in queste parole; in realtà questa impressione la manifestò con assoluta chiarezza al Capello dicendo proprio : e piuttosto morire che lasciare il comando . Forse questo penoso colloquio contribuì ad indurre Capello a chiedere di riprendere il suo posto, ma e risulta dalla Relazione Cadorna non aderì ritenendo pernicioso l'avvicendarsi di comandanti in momenti tanto turbinosi.
Il generale Ferrerò costituì un embrione di stato maggiore con tre ufficiali ottenuti con molto stento, e. fissò il suo posto di comando al castello di Dobra.
Il viaggio fu assai triste. Nella notte scendente scambiai brevi parole coi nuovi camerati sull'ora grave per il nostro Paese e sol compilo a noi incombente; reagendo contro i presentimenti meno lieti e dentro di me riaffermando la fede che non mi abbandonò mai nei piò gravi momenti sui destini della Patria e nella mia fortuna di comando.
Erano affidati al mio comando i Corpi d'armata XXIV-II e "VI0, comandati rispettivamente dai generali Caviglia, Albricci e Lombardi, dislocati sulla fronte Monte Korada Planina Monte Kuk Vodice - Monte Santo - Salcano Gorizia. Dirigevo ai tre Comandanti l'annunzio della mia assunzione di comando, dal Castello di Dobra. Indi cominciò il triste calvario. Alle ore 20,50 un ordine superiore prescriveva di ripiegare con metà delle forze sulla linea di difesa ad oltranza costituita dalle località di Gorizia - Salcano - Sella di Dol per il VIn Corpo ; Monte Santo Vodice Kuk Palievo per il H; destra Isonzo, da Piava per Anovo verso Monte Korada al XXIV0 per collegarsi ivi alla destra dal XXVII0 Corpo. Si preannunciava il ripiegamento dell'altra metà delle forze in base a successivi ordini; ma disponendo di sgombrare senza ritardo tutte le artiglierie sulla destra dell'Isonzo tranne quelle da montagna. La notte trascorreva nelle comunicazioni ai comandi dipendenti a mezzo di telefono già impiantato e per mezzo di cavalieri, nelle disposizioni per l'esecuzione degli ordini superiori ed in conferenze brevi coi miei comandanti di Corpo d'Armata venuti l'ano dopo l'altro a visitarmi. Erano questi: Lombardi, già mio decano di corso e che si dimostrò subito volenteroso coadiuvatore - Caviglia, mio amico e già allievo, sempre ottimo camerata Albricci, antico camerata e tenente in seconda alle batterie da montagna e mio coadiuvatore poi al Comando territoriale in servizio di Stato Maggiore: alquanto nervoso - Notte bianca.
H 26 ottobre il tempo era bello ed il Comando d'Armata segnalando migliorata la situazione ordinava telefonicamente di sospendere il ripiegamento di metà delle forze, continuando però quello iniziato delle artiglierie non di montagna. Comunicavo personalmente ai Comandi dipendenti il nuovo ordine e poco più tardi segnalavo per iscritto ai Comandi stessi ed ai contigui del 27 e 8 Corpo altra disposizione superiore determinante i tratti di fronte da preoccuparsi con determinati nuclei di forza sulla linea difensiva del Versa. Quel giorno mi recavo pure in ricognizione sul Costone di Planina e verso Monte Korada. Erano là reparti ritornati dalla sinistra del l'Isonzo dove avevano sostenuto aspri combattimenti. Parlai ad essi. Ricordo l'incontro con parecchi amici e camerati tra gli altri il Generale Chionetti che trovai dormente, appoggiato ad una trincea in perfetto assetto di guerra e che, da me risvegliato, mi abbracciò piangendo come un bimbo. Ricordammo più tardi quell'ora triste in Albania. Dagli osservatori rilevai che sulla fronte del 2 e 6 Corpo ferveva il combattimento dal Kuk a Monte Santo: quo! giorno gli attacchi del nemico furono tutti respinti.