Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
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1968
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620
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620 Libri e periodici
e quaderni III e IV >, e cioè le preferenze dello studente nel campo della poesia*
Quindi il secondo volume dello Zibaldone appare anche sotto l'aspetto tipografico come un'antologia poetica, qua e là intercalata da brevi saggi di prosa.
Può sembrare più indiretta e meno viva la testimonianza che ci danno il terzo e quarto quaderno a proposito del temperamento, del carattere, dei gusti estetici della formazione colturale, insomma della complessa vita spirituale di quel giovanetto che poi, anche nella storia della nostra letteratura, doveva conquistare un ben meritato riconoscimento; ma non si può negare resistenza di un rapporto fra quella che è stata la preparazione e quelle che sono state le molteplici manifestazioni degli anni maturi.
Sarà ufficio di studiosi rilevare una qualche relazione fra taluni studi letterari mazziniani seminati nei cento volumi degli Scritti-, e queste < preferenze poetiche rivelate dal secondo volume dello Zibaldone.
Pensiamo che qualche relazione non possa mancare, anche se non va sopra* valutata.
Intanto accenniamo qui di sfuggita agli autori che figurano in questa che abbiamo chiamato antologia poetica. E cominciamo con Alessandro Manzoni che è presente con l'ode TI S maggio, La battaglia di Maclodio, In morte di Carlo Imbonati e Urania.
Seguono: Vincenzo Monti (Il 21 gennaio 1783, Il Congresso di Udine, La super* suzione. Il mistico omaggio, Il Congresso Cisalpino di Lione, l'ode Fior di mia gio* ventute, l'elegia Oh dolci amiche e Sul Northumberland.
È notevolmente presente anche il Foscolo con Le rimembrarne, con VAutoritratto ed altri sonetti, con Al Sole, con la tragedia Ricciardo, e con l'ode A Bonaparte liberatore.
Con pochi versi è presente Dante, e pochi sono anche i saggi dei trecentisti. Assente il Petrarca, e presenti invece non pochi poeti di Roma e dell'Eliade e poeti stranieri (Pope, 6. Smith) nelle traduzioni del Monti, di Francesco Cusani, Giuseppe Borghi, G. B. Niccolini, Felice Romani, Davide Bertolotti e Michele Leoni.
Notiamo anche le meditazioni poetiche Sulla Mitologia di Carlo Tebaldi-Fores, ed altri versi dello stesso autore, e poesie in dialetto milanese di Carlo Porta, e L'Esule di Pietro Giannone, e poesie di Gabriele Rossetti, Giuseppe Genoino, Angelo Brofferio, Ippolito Pindemonte, Radaelli, e di Giovanni Berchet con I Profughi di Purga, Clarino, Il Romito del Moncenisio e Matilde.
Vindice dei nomi curalo anche in questo volume da Maria Luisa Trebiliani rende il suo naturale servizio per la consultazione. Crediamo che un Indice vero e proprio dell'antologia (autori e titoli dei vari componimenti) anche se non è esistito nei quaderni avrebbe dato più immediata e facile conoscenza del contenuto dello Zibaldone; al quale va riferita la Prefazione che Arturo Codignola ha dettato e pubblicata nel primo volarne.
PIERO ZAMA
GIAN MARIA BRAVO, Torino operaia. Mondo del lavoro e idee sociali nell'età di Carlo Alberto; Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1968, in 8, pp. X1-514. L. 5.000.
L'ampio e documentarissimo studio di G. M Bravo reca senza dubbio un contributo prezioso alla scoperta di quella realtà sociale che troppo spesso vien lasciata in ombra nelle indagini di storia più esclusivamente politica, e apre nuove prospettive su di un mondo che appare degno di speciale attenzione, anche in quanto il Piemonte carloalbertino un po' come un campo sperimentale per futuri, notevolissimi sviluppi, di cui piace conoscere le premesse e gli antefatti. D'altra parte, mi par di ravvisare nn certa ambiguità nella impostazione metodologica della ricerca del Bravo: il Bravo esordisco dichiarando di non voler affrontare il toma dell'industrializzazione in Piemonte, ma i risultati raggiunti con essa, gli effetti che l'hanno affiancata nella faticosa marcia d'espansione e .sopratutto lo partecipazione umano dal basso, in che modo essa si estrinsecata, da quali sacrifici è etata accompagnata (p. 13).