Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
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1968
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Libri é periodici
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caratteristici aerini apparsi sulle Letture popolari, e poi MI III: Letture di famiglia, su molivi analoghi, nei quali si trovano a convergere in modo caratteristico moderati e democratici, più tardi meno solidali nell'aperti! battaglio politica. Lo stesso Bravo ammette che qui si avverte la spinta d'una confezione dialettica della realtà sociale, concezione che tende, mi pare, a metter in crisi lo statico paternalismo assistenziale dominante nel vecchio Piemonte. Nello stesso senso, si veda del resto il suo accenno alle idee del Cavour (pp. 194*195).
Si dovrebbe pesare sempre con estremo rigore l'incidenza delle circostanze, della permeabilità dell'ambiente a certe esigenze ed a certe rivendicazioni o progettazioni riformistiche, per valutare il merito di chi le presenta: se il tema della fusione delle classi , per es., appare sintomatico di una certa apertura liberale intorno al 1842 il Bravo cita un brano di un articolo del Torelli, apparso in quell'anno sulle Letture occorre soggiungere che non c'era grande audacia nell'ironia che il Brof-ferio esercitava, qualche anno dopo, su quel conciliazionismo divenuto arcaico, e die il Brofferio non giungeva con ciò ad aprire un varco verso prospettive rivoluzionarie (intendo dire, di rivoluzione sociale): il Bravo manca di notarlo (p. 183). Altrove, pur dopo aver notato che gli operai torinesi si interessavano scarsamente di politica e che non discutevano i temi portati avanti dalla parte più avanzata della borghesia , giunge a sostenere forse un po' avventatamente che la borghesia e dovette concedere maggiore spazio al movimento operaio , negli anni intorno al 1840, e che con ciò si venne a creare un e collegamento fra lotta politica e classe operaia , sia pur in forma indiretta (p. 188). La citazione delle Interrogazioni proposte a chi intende visitare le manifatture del Valerio non corrobora tale asserzione, ed appena si può cercar di indovinare (non affermare come cosa sicura) s'egli alludesse a pie* cole ribellioni di fabbrica avvenute in Piemonte, quando poneva un certo quesito, forse in via di ipotesi e quasi come ammonimento : Vi sono state in questi ulti mi anni combinazioni di operai per isforzare i manifattori a crescere le paghe? (pp. 188-193). Giova cercar di individuare dei collegamenti fra il ben più avanzato movimento operaio francese e quello piemontese, ch'era appena in embrione, senza eccedere nel valutare l'influenza dei moti lionesi del '31 o del '34, per es., sulla classe lavoratrice torinese (p. 191): più rilevante appare l'influenza della legislazione francese, nel campo che ci interessa, sulla legislazione sabaudo-piemontese... Il Bonrgin notava appunto, nell'introduzione al voi. Il della sua raccolti! di documenti sul Regime de rindustrie en Franco (che si riferisce al periodo 1821-1824) pubblicata nel!'ormai lontano 1921, che la legislazione rivoluzionaria era stata conservata in Francia nel periodo napoleonico, è poi ancora sotto la Restaurazione, perché esprimevo, non tanto l'ideologia egualitaria dei Costituenti, quanto gli interessi della borghesia trionfante, specie quando ristabiliva nell'anno XI (cioè nel 1803, sotto il Consolato) una minutieuse police ouvrière. Allora veniva creato il ìivret ouvricr, cioè il libretto che ogni operaio doveva poetar seco, e che aveva il compito, soprattutto, come ben notava già il Melano di Portola nel suo Dizionario analitico di diritto e di economia indù-striale e commerciale (1843-1845), di somministrar un mezzo efficacissimo d'azione alle leggi di politica e di polizia . Le patenti di Carlo Felice, del 23 gennaio 1829, che introducevano tal sistema in Piemonte, non facevano che ricalcare dunque la via battuta dal Bonaparte e dai successivi governi in Francia, e su tal punto è stato più preciso E. R. Papa, che ha toccato di tale argomento nel suo recente studio sulle Origini dette società operaie. Libertà di associazione e organizzazioni operaie di mutuò soccorso in Piemonte. 1848-1861, Milano, 1967, pp. 35-36.
ETTORE PASSEHIN D'ENTRÈVES
CARLO MINNOCCI, Pietro Sterilirti e la rivoluzione romana (1840-1849); Marcionise, Edizioni La Diana, 1967, in 8, pp. 167. L. 2.300.
Personaggio forse tra i più interessanti e complessi del Risorgimento romano Sterbini, esaltato o vituperato secondo il caso dagli storici della Repubblica romana,