Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
anno <1968>   pagina <624>
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Libri e periodici
attende tuttora il suo biografo. L'Autore di questa monografia è da considerarsi un benemerito in tal campo : sua infatti la voce relativa nel Dizionario del Risorgi* mento Nazionale del Rosi, criticata dalla parte avversa come presumibilmente lo .sarà questo nuovo lavoro. Ancbe in questa sede l'A. apporta notevoli contributi ad una migliore conoscenza dello Stcrbini pre- e post-quarantottesco, soprattutto per quanto riguarda la sua attività letteraria, la sua partecipazione ai falliti moti del '31 ed i molti anni trascorsi in esilio. Illuminanti a tal proposito varie ricerche d'archivio i cui risultati smentiscono le accuse rivolte allo Stcrbini di collusione colla polizìa borbonica.
La narrazione delle vicende quarantottesche si risolve quasi in un garbato dia logo tra lo Stcrbini e lo Spada. La robusta voce sterbiniana, seguita attentamente la sua Autobiografia, i suoi Discorsi premessi alle Tredici Giornate della Rivolo zione Romana, i discorsi e soprattutto gli articoli del Contemporaneo risulta sovente solitaria: manca il coro di molte delle voci che allora vibrarono, all'unisono o no, e manca gran parte di quella abbondante messe di ricerca storica che tanto ha contribuito ad una più approfondita conoscenza del perìodo. Convincente l'analisi del successo popolare di Sterbini. Il tribuno, certamente memore delle cause dell in­successo nel '31, fu tra i massimi artefici della straordinaria politicizzazione della popolazione romana e seppe condarla gradualmente verso rivendicazioni sempre pio. avanzate, ma fu soprattutto attento a non procedere più rapidamente di quanto la maturità politica del popolo permettesse. Non è chiaro se l'A. consideri la politica sterbiniana durante il ministero Rossi coerente o no con questa enunciazione della sua prassi, comunque la considera quasi frutto di una momentanea alienazione e hi condanna con linguaggio sorprendentemente violento. Lo Sterbini viene anche acca-saio di responsabilità e non solo morale * nell'assassinio dello sfortunato mi­nistro. (A questo proposito, ed indipendentemente dalla veracità o meno delle accuse, debbo ammettere di non comprendere l'insistenza deli'A. sulla conformità del Ru stretto agli atti processuali: è proprio sa questi ultimi che è lecito avanzare gravi dubbi). La narrazione storica degli eventi che portano alla proclamazione della Repub­blica, ed il ruolo svolto dallo Sterbini è chiara ed esauriente ma, come ai è già accennato, sarebbe stata utile una analisi delle forze su coi questi faceva perno, le organizzazioni e gli uomini che costituivano la realizzazione del suo potere. In tal senso sarebbe anche da approfondire l'operato dello Sterbini Ministro dei lavori pubblici prima e Conservatore dei musei ecc. poi: sono evidenti le possibilità di crearsi una clientela personale che queste funzioni offrivano.
Di particolare rilievo è l'analisi della politica sterbiniana dalla proclamazione della Repubblica, inizio della fase discendente della sua popolarità, alle forzate di­missioni dal governo che la concludono, e la nuova fase ascendente che inizia colla nomina a presidente del Comitato di Pubblica Sorveglianza da parte del Circolo Popolare Nazionale. L'esitazione iniziale colla quale affrontò il problema della Re­pubblica, l'insistenza perché il voto nasca da intima persuasione non da impeto di cuore bollente, e soprattutto la preoccupazione di essere accompagnati dal­l'entusiasmo del popolo, non dalla fredda incertezza dell'avvenire, a dispetto del voto poi espresso entusiasticamente, per primo, permisero ai mazziniani di conside­rarlo un superato o quasi. Ma nemmeno un mese dopo la sua esclusione dal Go­verno lo Sterbini forte dei voti del Circolo Popolare Nazionale, espressione pura­mente romana, assurge ad una posizione di quasi contrapposizione popolare al Triumvirato. Sarebbe interessante seguire più da presso questo suo ruolo sia nel­l'esercizio di questa funzione sia quale Commissario Straordinario a Prosinone, e soprattutto nella sua politica di appoggio a Garibaldi. 11 ritorno di Sterbini è forse l'indicazione più interessante di questo libro. Di norma le rivoluzioni divo­rano o almeno scartano definitivamente ì propri artefici o capi appena questi hanno esaurito il proprio compito, e raro è il caso che questi superati riescano a reinserirsi finiamocene continui la fase rivoluzionaria ascendente. Sterbini, al contrario, sarebbe riuscito a- recuperare il favore popolare superando di slancio il terreno perduto e, ridivenuto valido interlocutore del partito vittorioso ne avrebbe alle volte appoggiato