Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
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1968
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Libri e periodici
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la politica ed alle volte l'avrebbe contestata da posizioni spesso non meno rìvolo zi ornine. E rimase probabilmente fino alla fine maestro e guida delle masse.
VLADIMIRO SPEHBER
MARIA FRANCA MELLANO, 11 caso Fransoni e la politica ecclesiastica piemontese (1848-1850) (Miscellanea Ristorine Ponti fìciac, voL XXVI); Roma, Pontificia Università Gregoriana, 1064, in 8, pp. XVI-288. L. 3.500.
Mancava nn lavoro complessivo su nions. Luigi Fransoni, arcivescovo di Torino dal 1832 al 1862, la cui condanna e il cui esilio diedero motivo a polemiche e a contestazioni di non poco rilievo e coincisero con un momento particolarmente critico del nostro Risorgimento. A cent'anni dalla sua morte, avvenuta il 26 marzo 1862 a Lione, la Mellano, attraverso una costante e densa, ricognizione archivistica e hiblio* grafica, inquadra storicamente il suo personaggio narrandone la vita e ricostruendo le cause che determinarono il suo esilio a Lione. Studia le caratteristiche del dissidio tra l'arcivescovo e lo Stato piemontese, che si acutizzò negli anni 1848.1850, alla luce di nn più vasto campo di ricerca e tenendo conto delle divergenze politiche tra il governo di Torino e quello vaticano. Le fonti studiate dalla Mellano sono custodite nell'Archivio Segreto Vaticano; nell'Archivio Congreg. Affari Ecclesiastici Straordinari, in Vaticano; nell'Archivio Arcivescovile di Torino (Carte e lettere Fransoni); nell'Archivio del Museo del Risorgimento di Torino (Carte Pinelli) e presso altri importanti fondi archivistici. A. C. Jemolo ha accostato nions. Luigi Fransoni a Clemente Solaro della Margarita, vedendo in entrambi <s gli nomini più espressivi della Restaurazione (cfr. A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni. Torino, 1955, p. 74). L'arcivescovo, come il ministro di Carlo Alberto, fu attaccato ad oltranza a forme conservatrici, misoneista, avverso ad ogni libertà. La Mellano, pur riconoscendo la comune mentalità nei due personaggi, pone in rilievo una sostanziale differenza che li distìngue nei loro atteggiamenti (anche se avevano una spiccata affinità di componenti spirituali, dovute alla loro origine aristocratica). La loro azione si svolse su direttrici diverse: il Solaro, nomo politico, scomparve dalla scena nel 184?, in un momento in cui la velocità degli avvenimenti non lasciò il tempo di sottolineare la sua dipartita; quando, dopo qualche anno, ricomparve come deputato nella vita politica, non fu bersaglio di esasperata ostilità come l'arcivescovo; Invece il Fransoni, che nel nostro Risorgimento ebbe un ruolo non patriottico, fu combattuto per l'ostinata rigidezza con cni volle difendere gli antichi privilegi per tutta la sua vita, lasciando spesso su un terreno scomodo coloro che volevano sostenerlo. Questo nobile genovese impolitico per temperamento fu solidamente legato come ecclesiastico ai privilegi che la tradizione garantiva al clero, e li difese strenuamente non soltanto dalla sua sede metropolitana, ma anche dopo l'allontanamento; il suo nome, dopo hi sua morte, fu termine di riferimento per il partito reazionario.
II Fransoni, che era nato a Genova il 29 marzo 1789, visse la sua adolescenza e la sna prima giovinezza nel dramma di molte famiglie aristocratiche durante il periodo napoleonico; peregrinò in diversi luoghi (Firenze, Roma, Napoli); la sua esperienza fu analoga a quella di Massimo d'Azeglio, che doveva poi essergli antagonista. L'A. trova, nelle impressioni riportate dai disagi di quella vita, la rodice spirituale della sua concezione del mondo, della sua diffidenza e avversione contro lo spirito innovatore, contro il trionfo della libertà, di cui la sua famiglia era stata vittima. Certe sue posizioni contro la diffusione della cultura in un più largo strato sociale afferma la Mellano contro le istìtuaioni a carattere benefico o progressi nel campo della tecnica vanno inquadrate non solo nelle direttive di una rigida intransigenza o difesa di certe prerogative fino allora pertinenti alla Chiesa, ma, a nostro avviso, proprio dal persistere di ricordi legati a quegli anni di vagabondaggio >. Era. dotato di imperiosa energia, di Sicura attitudine al comando; possedeva tutte le caratteristiche di un buon capitano; era integro e duro soprattutto verso se stesso prima che verso gli altri; non gli venne mai meno, neppure negli anni del tramonto, mal-
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