Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
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1968
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631
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Libri e periodica 631
Marina borbonica, avesse operato in modo che i marinai inglesi sbarcati a terra per fruire della licenza loro spettante fossero stati costretti a tornare a bordo richiamati dallo stesso ammiraglio al quale, da parte borbonica, erano state fornite informazioni allarmanti sulla loro incolumità a terra. Non era vero che essi corressero un reale pericolo, ma vero era invece che i borbonici volevano che essi inneggiassero al re borbonico, e che essi, nel rifiutarsi di farlo, avessero gridato Viva Garibaldi! L'imbarazzato colloquio che ne seguì tra il conte d'Aquila e l'ammiraglio era destinata a chiarire quali fossero i profondi sentimenti dei marinai britannici
D'accordo che si trattava di cose note, come anche più che note sono le iniziative che in quel momento si prendevano in Inghilterra per aiutare Garibaldi con nomini, armi e danari. La prosa del Mundy, anche se compassata, reca il sapore di quei senti* menti e illumina anche negli angoli più riposti la vita che in quei giorni si svolgeva nel porto di Palermo, fra gli arsenali, le case delle prostitute, le taverne, nel buio in cui possono luccicare i coltelli, e nelle terse mattinate della incipiente estate in cui ri suonano chiare le salve dei navigli stranieri, che arrivano o partono, in onore della autorità borbonica. II virtuosismo delle salve degli artiglieri dello stesso Ftamdbal, non era sfuggito a Garibaldi che era in attesa nei dintorni di Palermo, pronto a calare come un falco sulla città.
Libro questo dell'ammiraglio inglese che si legge con costante interesse, e che costantemente consente il riscontro di notizie più o meno note, ma pur sempre di grande importanza.
GAETA-.NO FALZONE
CARLO VAIÌADUI, La polìtica liberale di Giuseppe ZanardeUi dal 1876 al 1878 (Istituto di studi storico-politici della Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Roma, 15); Milano, GiulTrè, 196?, in 8, pp. XI498. L. 4.400.
Meno di tre anni, dalla rivoluzione parlamentare al rigetto dell'ordine del giorno Baccelli: ed un protagonista rilevantissimo, ZanardeUi. Si tratta del periodo e dell'uomo che il Carocci, ma non solo lui, ha identificato con la sola, e sfortunata esperienza di liberalismo democratico in Italia prima di Gioliti!. Pienamente giustificata, dunque, l'ampiezza della ricerca, la abbondanza delle citazioni, la ricchezza della documentazione (benché, a questi ultimi due propositi, un criterio di scelta più rigoroso sarebbe apparso consigliabile). Meno giustificato, a parer mio, il serrare esclusivo sul biennio nella biografia politica semisecolare dello ZanardeUi, e meno ancora quel certo tono da innamoramento che pervade un po' tutto il lavoro, cagionando una concentrazione di luce, sproporzionata forse all'addensarsi tilt-l'intorno di tenebre e di penombre. Vediamo di ragionare quest'obiezione, nel che del resto consiste il nostro compito come lettori attenti dell'importante ed atteso volume e come apprezzatoti altresì incondizionati del rilievo intrinseco dell'argomento.
ZanardeUi arriva a S. Silvestro e di li, con breve intervaUo, a palazzo Branchi, avendo passati 3 cinquant'anni e sedendo da più di tre lustri alla Camera. Questi precedenti meritano riflessione. Egli ha combattuto a Gustosa ma non neUe Dieci Giornate, ha passato il decennio in Lombardia collaborando al Crepuscolo, è stato agente di Cavour ma non soldato di Garibaldi, ha partecipato con rango eminente alla commissione sulla regia dei tabacchi ed a queUa sulle guarentigie. Tutto ciò definisce un iter ed una preparazione culturale e, diremmo, una disposizione politica assolutamente coerenti e rettilinee. ZanardeUi à monarchico ma ha conosciuto ed apprezzato la fecondità politica deU*insegnamento mazziniano, il suo individualismo e spiritualismo così congeniali alle sue personali conclusioni sull'argomento: e perciò, a differenza di Crispi, non vedrà mai nella propaganda repubblicana un indice di sovversione ma BÌ un movimento educativo da controllare e sfruttare (siamo ad un passo dalla monarchia democratica di Bertani, dal suffragio universale come estrema e su* prema delle riforme possibili in regime monarchico, secondo la formula di Bovio). Un passo che non viene compiuto, però, badiamo bone. ZanardeUi non è democratico,