Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
anno <1968>   pagina <637>
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Libri e periodici
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dati, per il suo carattere di una prima delimitatone dei problemi di fondo della realtà dell'agricoltura siciliana, esaminati nella specifica dimensione della problematica ere di ti zi a cosi come si è posta nel l'i ni zi ni iva del Banco di Sicilia, rappresenta un con tributo utile e interessante, specie se si tiene conto di quanto scarsi sono ancora oggi, nell'ambito della storia economica, gli studi orientati in questa particolare direzione.
SERGIO LA SALVIA
GUIDO DE RUCCIF.RO, Scritti politici 1912-1926, a cara di Renzo De Felice; Rocca San Casciano, Cappelli, 1963, in 8, pp. 687. L. 4.500.
Guido de Ruggiero è uno dei nomi più notevoli della cultura idealistica italiana svoltasi nella prima metà del nostro secolo tra i due poli di Croce e Gentile.
Questo volume ci offre uno raccolta di oltre cento suoi articoli apparsi su gior­nali e riviste in un arco di tempo ebe va dal primo affacciarsi sulla scena storica al trionfo del fascismo. Là ba curata Renzo De Felice, premettendo nell'introduzione no* tizie biografiche, centrate specialmente sui rapporti dello scrittore con gli ambienti culturali dell'epoca e sui suoi atteggiamenti di fronte agli eventi, tra cui capitale la prima guerra mondiale.
Siamo di fronte ad una personalità complessa e sfamata, che recava nel dibattito politico e morale l'abito filosofico di una visione della storia dall'alto e il polemico disprezzo per le unilateralità non assorbite e riscattate in questo quadro superiore ed involgarite nella tensione della politica militante.
All'inizio del secolo questa demagogica tensione doveva sembrargli peculiare delle correnti democratiche e di sinistra, moventi all'attacco della società e dello Stato, del passato e dei valori storici; era portato a considerare tali correnti come l'equiva­lente politico, in chiave egualitaria, del positivismo filosofico, il grande idolo pole­mico contro cui battagliava, in modo altrettanto militante, la sua mente idealistica e storicistica.
La ragione per cui le due polemiche, la filosofica e hi politica, si associavano cosi strettamente è che l'orgoglio della sua superiorità teoretica sulle concezioni rite­nute astratte e schematiche non diminuiva, anzi accentuava il timore delle conseguenze pratiche che queste potevano suscitare: essere astratto in filosofia non significava, per lui, essere incapace di azione e quindi meno temibile, ma semplicemente esser meno riflessivo di fronte ad essa e buttarcisi grossolanamente, senza affinare le proprie forze nelle severe prove selezionatrici della storia, deteriorando con ciò il processo storico.
Di qui la polemica costante contro le rivendicazioni di massa nascenti dalla premessa d'una facoltà astratta, di un diritto precostitnito e non incanalate in sforzi individuali di conquista. Oltre che sul piano sociale, contestava le ragioni dell'egua­litarismo nei rapporti internazionali, chiedendo che la pretesa all'esistenza dei piccoli Stati e di quelli non ancora formati si giustificasse con lo sforzo doloroso della loro conservazione o della loro genesi, mentre la giustizia astratta gli sembrava celare, come un paravento- i compromessi tra le grandi potenze.
Si può osservare qui che la democrazia non mancava (si pensi all'alia lezione mazziniana) del senso severo e drammatico del sacrificio come condizione di successo delle lotte nazionali e che l'avanzamento delle plebi nella concezione socialista era analogamente fondato sol travaglio della lotta di classe. Ora, proprio per evitare il sopravvento degli estremismi democratico e socialista, le classi dirigenti e le nazioni egemoni avrebbero dovuto reprimere meno violentemente l'ascesa sociale dolio plebi e l'ascesa nazionale dei popoli oppressi, concedendo riconoscimenti dì principio ai diritti degli umili, intesi a smentire lo concezione catastrofica dolio scontro fatale, propria delle teorie rivoluzionario. Invece De Ruggiero hegelianamente teorizzava egli stesso la necessità della lotta con cui lo parti valido dell'umanità forgiano i propri diritti. L'equivoco stava nel fatto che questo senso dell'iniziativa storica attraverso la lotta egli lo intendeva soltanto per i pochi, nel solco individualistico di un vecchio