Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
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1968
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Libri e periodici
pensiero liberale, che avrebbe in parte superato e rivisto, e non ne ammetteva la fecondità quando lo si traducesse in dimensioni di massa.
A patte la serietà morale e culturale, che rende sempre peculiari le ime impostazioni e impermeabili a qualsiasi scoperto movente di parte, nella prima fase della sua attività pubblicistica si riscontrano molti punti di contatto coi nazionalisti, al cui periodico L'Idea nazionale egli collaborò. Ci avverte giustamente De Felice nel* l'introduzione che nazionalista egli non fu mai, ma certo da principio, pur con le riserve della sua raffinata diffidenza di studioso, inclinò da quella parte nella pob> mica tanto frequente contro il positivismo e la democrazia. La punta più significativa della sua collocazione ideologica a destra e del suo disarmo verso le "forze anche più agguerrite emergenti in quel settore dello schieramento politico è l'articolo La mentalità reazionaria,*) in cui fece un vero elogio della reazione in quei tempi e della sua virtù creatrice : Se debbo fare un'esplicita confessione, io non dissimulo hi mia profonda simpatia per gli atteggiamenti reazionari del nostro tempo e son convinto che essi rappresentino un'esigenza del tutto nuova ed originale... Forse un giorno si vedrà rampollare dal concetto di tradizione, di autorità, di ordine, un concetto nuovo di libertà, assai più ricco di contenuto che non la vuota insegna che oggi è in circolazione ,
Ma quando nel dopoguerra queste promesse della reazione contemporanea si precisarono nell'entità del fascismo, De Ruggiero non esitò a rifiutarle con decisa repulsione, distaccandosi da Gentile, evitando anche le momentanee indulgenze di Croce, e pervenendo invece, in questa sua seconda fase, ad una più benevola comprensione della democrazia, che sarebbe culminata all'indomani della Resistenza nell'adesione al suo classico partito, il Partito repubblicano.
Si ha appunto l'impressione, percorrendo gli Scritti politici, di una graduale profonda conversione del De Ruggiero da un liberalismo acremente antitetico alla democrazia ad uno tendenzialmente democratico, pur nella costante differenziazione teorica delle due ideologie, mantenuta anche nella Storia del liberalismo europeo.2)
L'avvicinamento tendenziale alla democrazia pare addirittura, nelle pessimisti che prospettive del dopoguerra, divenire una condizione di sopravvivenza del liberalismo.
Ebbene, già prima della minaccia fascista, nel celebrare, nel 1918, l'anniversario della rivoluzione francese8), ne valorizzava il patrimonio ideale, eminentemente democratico, accettando di confondersi umilmente nella folla ad ascoltar commosso le note della Marsigliese.
L'inizio di questo processo interiore è dovuto alla grande esperienza della prima guerra mondiale, durante la quale scrisse un lungo interessante articolo intitolalo Il pensiero italiano e la guerra:4) ivi tra l'altro teorizzò con argomenti storici il superamento della fase più cruda del realismo politico, brutalmente sostenuto ed attuato dalla Germania, nelle cui ideologie e nella cui prassi rinveniva aspetti reazionari nel senso vero e deteriore del termine. Sì ricordi, in proposito, che tre anni primo aveva attribuito alla reazione contemporanea un significato buono e creativo, senza sospettare che vi fossero più dei reazionari capaci di arrestare il progresso morale dell'umanità.5' In tale articolo attaccava pute i nazionalisti per la loro ideologia
i) // Retto del Carlino, 30 ghigno 1913, pp. 102-106 del volume.
2) Ebbe la prima edizione nel 1925, poi oltre nel 1941, 1944, 1945, 1949, 1959 (Bari, Laterza).
H) J4 luglio 178944 luglio 191B. Il valore spirituale di un anniversario, in It Nuovo giornale, 15 luglio 1918, pp. 182-187 del volume.
'') Revue de Métltaphisique et de morale, settembre 1916, pp. 125-165 del volume.
") Un'evoluzione simile si riscontra in Luigi Albertini, che, preso dalla polemica con la sinistra, affermava la sparizione di ogni vecchia pericolosa forma di reazione (v. articolo Non vi sono reazionari, in Corriere della sera, n. 172, 25-26 giugno 1901) per poi ricredersi di fronte al fenomeno fascista e ravvisar pericoli al liberalismo anche sulla destra.