Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
anno <1968>   pagina <642>
immagine non disponibile

642
Libri e periodici
degli avvenimenti, andrà facendoci strada. Ma la guerra quale e occasione rivoluzio­naria balza subito come una ipotesi concretissima che le dichiarazioni pacifiste so­cialiste non valgano a smantellarci ancorate corner ernie appaiono ad una dogmatica immobilistica,, smenti mi clamorosamente dai fatti, mentre-;, i fermenti di grugno con­tinuano ad agitarsi, è la stéssa problematica degli uomini di quei giorni, Mussolini, gli anarchici, i sindacalisti, multa subito più ricca, più articolata, pia suscettibile ài solu­zioni i mprcved u te, rispettò al pilotesco ed impotente faccia la borghesia la sua atter­ra s- che il socialismo ufficiale riprende ad echeggiare come se nulla fosse accaduto (diro qui incidentalmente che, se il socialismo interventista patriottico ipotizzato da De Felice va senz'altro respinto come seria soluzione politica per il travaglio del prò* letariato italiano, nemmeno la dissociazione, tenuta dall'A. n ragione fermissima, tra la vicenda individuale di Mussolini e le correnti del partito approda ad una con­clusione accettabile, non potendosi certo ritenere le formule di Lazzari una alternativa rivoluzionaria o comunque strategica valida a preservare il socialismo da suggestioni e corresponsabilità di vario genere: in realtà il patriottismo risorgimentale dei riformisti, neutralista solo perché culturalmente dominato da schemi mentali di gradualismo, e l'internazionalismo sincero ma enunciativo degli estremisti contribuiscono a far sal­vare al socialismo ambedue le sue anime ma lo paralizzano in una assoluta asfissia politica, da cui soltanto la rivoluzione russa, Caporetto, Versailles, riuscirono a solle­varlo con una mobilitazione di masse e di speranze e di risentimenti senza precedenti, alla cui spontaneità spettacolare esso rimaneva del tutto impreparato).
Le origini massoniche, democratiche, grosso modo radicali (senza che il partito come tale, composito ed anacronistico come ormai è, ne venga compiutamente inte­ressato) dell'interventismo ribadiscono questa provenienza ultramontana di umori che Contribuiscono a ridestare anche essi una atmosfera di sapore Crispino. Tali umori si ripercuotono nel ministero dove forse l'A. sottovaluta troppo il peso e il significato della presenza di Martini (e più in là dovrebbe vedersi il re, questo enigma costante che un quindicennio di potere, comunque, ed una vecchia ed esplicita forma mentale caratterizzavano, in un senso determinato). Tutta la sua attenzione, infatti, emarginando lo stesso Sennino, è concentrata su Salamini, la cui figura risalta con una vivezza di ri­tratto ed una incisività di note assolutamente eccezionali, che giovano a restituire allo statista pugliese autentici e cospicui connotati di uomo di governo. Il volume si con­clude nel momento di suo maggiore prestigio personale, con la democrazia ed il so­cialismo scissi e addirittura frustrati, i cattolici cordialmente confidenti, gli stessi gio* littiani, che sono e sanno di essere gli avversari veri e maggiori, dopo qualche parentesi burrascosa (la polemica sulla preparazione militare, uno dei risultali critici migliori defl'A. benché in parte anticipato dal Rorhat: e senza dubbio anche l'episodio Rubini, come già ora quello Grandi, riceverà da lui la luce che ancora si attendeva) benevol­mente disposti a tener ferma la maggioranza. Bisogna del resto dire che solo in Sa lan­dra si ravvisa un disegno politico di vasto respiro che, attraverso gli ondeggiamenti della polemica, miri a restituire al partito liberale ambito, struttura e funzione direttiva di stampo cavouriano. Salandra è uomo d'ordine e come tale tanto più a destra, sotto il profilo civile e sociale, dell'amico So uni no (e perciò in grado di sfruttare l'appoggio cattolico che a lui sarebbe stato negato: ma l'Intesa delineata dall'autore è un po' forzata, si tratta di uno strumentalismo reciproco, che non per nulla involge i clerico-moderati ina non gli intransigenti, Meda non Stuczo, in quanto Salandra è il vecchio spavcJitiano e separatista della destra storica, le sue battaglie per l'insegnamento reli­gioso e contro il divorzio rispondono a consimili preoccupazioni culturali antimasso-alche, e diciamo pure conservatrici, dell'idealismo militante) quanto lo sopravanza a sinistra nella tattica parlamentare, nel gioco dei partiti, là dove si trotta di gettare le basi di una nuova coalizione storica: quella coalizione che comincia appunto a pren­der corpo in ottobre a rappresentare il risvolto, la risposta borghese, sui medesimi pre­supposti obiettivi, nello sfondo medesimo della guerra, al sovversivismo pacifista o