Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
anno
<
1968
>
pagina
<
645
>
Libri o periodici
645
monti, dalI ottobri; si dicembre, un autunno. A questo proponilo, riteniamo di dover ricordare che il maresciallo Caviglia giudicavu un errore artistico, tecnico e politico considerare l'arresto id Piave come una coda di Cnporetto (Le tre battaglie del Piave pag. 34) e affermava che ci si trovava di ironie ad una situazione strategica, tattica e morale, completamente diversa dalla precedente che era confusa e falsa e rifiuta perfino la stessa definizione di battaglia d'arresto, perché l'idea di Cadorna scrive era quella di affrontare sol Piave la battaglia decisiva. Ci permettiamo di obbiettare che essa sarebbe stata decisiva (e aggiungiamo un forse)1 sé l'avessimo perduta e che ci appare proprio come l'ultima parte di quella che, iniziata sul medio Isonzo, fu proseguita fra i dne fiumi sacri alla storia d'Italia e, senza soluzione di continuità, conclusa vittoriosamente sul Piave. Fu un'unica battaglia, anche se, secondo il ragionamento di Caviglia, In direzione dell'attacco nemico era da nord verso sud, anziché da est ad ovest, e se a sostenerlo furono principalmente la ln e la 4a armata, che non erano sull'Isonzo. À parte la e dimenticanza della 3a armato, che rappresento una notevole parte a cominciare dalla difficile riti* rata, si deve rilevare che a combattere quella battaglia fu l'intero Esercito italiano, anche se le armate che lo componevano vi furono impegnate successivamente e non tutte insieme, l'Esercito che reagì, con ridestata energìa, ad un ingiusto destino, dimostrando di possedere la capacità di chiarificare una situazione confusa e di risollevare un morale solo parzialmente depresso, di non essere, cioè, profondamente inquinato.
Di questo avviso è l'Ufficio Storico, che ha volato riunire in un solo volume, come un insieme inscindibile, la narrazione degli avvenimenti di quell'autunno, specificando che, con una suddivisione forse un po' scolastica, ma utile ai fini descrittivi, l'andamento della battaglia può articolarsi in tre fasi: rottura del fronte, ripiegamento, arresto al Piave. Aggiunge e a nostro giudizio giustamente che e in realtà non furono fasi, che queste implicano l'idea di uno scandimcnto di tempi che mancò; furono, invece, solo distinti aspetti di un unico ciclo operativo.
Al primo periodo sono dedicate oltre 400 pagine, circa i due terzi della porte espositiva, perché evidentemente si è voluto dare ampio sviluppo a quanto concerne la rottura del fronte, le sue cause e le sue conseguenze, tutto ricostruito e narrato minuto per minuto; giusto, ma risulta incrinata l'armonia generale del lavoro perché vengono sacrificate le altre due fasi e lo seconda, la ritirata, soprattutto merita di essere conosciuta meglio di quanto ordinariamente non sia. Ad esempio, sono noti i combattimenti di Pozzuolo del Friuli e dei ponti di Pinzano e di Cornino, ma rimangono ignorati o avvolti nelle nebbie dell'imprecisione tanti e tanti altri episodi di strenua, gloriosa resistenza, opposta da reparli isolati, talvolta con l'intervento attivo della popolazione, e ricordiamo quelli di Mortegli a no, di Carpenedo. di FI umbro, di Basagliopenta, di Lumignacco, di Sammardcncbia e di chissà quante altre località. L'insieme di questo secondo perìodo, anche se vi furono innegabilmente confusione e disordine, per il diffondersi del panico nelle zone corrispondenti a quella della fratturo dello schieramento, costituì un magistrale esempio di manovra i ritirata, una dalle più difficili dell'arte militare, nella quale rifulsero le qualità di stratega che Cadorna già avevo messo in Incc nella manovra per lìnee interne, eseguita fra gli Altipiani e l'Isonzo, quando dall'arresto della Strnfexpedition aveva fatto sbocciare In vittoria di Gorizia.
Dalla Relazione appare evidente la successióne degli avvenimenti, diremmo delle scene che compongono i tre atti del dramma. La rottura del fronte fra Piazzo it Tolmino è causata da mi complesso straordinario di circostanze (noi indubbiamente lamentammo molte muitchevolezze, ma l'avversario ebbe anche tanta Fortuna), che provocano una falla di dimensioni imprevistot più ancora che In penetrazione nelle convalli del rividnlesc, è perniciosa In irruzione dalla stretta di Saga nelle valli Dcces 6 Resi, che determina la caduta di Monte Maggiore, cardine della difesa sul Torre, e che apre la strada verso il Tn gì lamento, al suo shocco in piano; l'offesa,