Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA DEL SENATO PERIODICI; PERIODICI INDICI
anno <1968>   pagina <646>
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puntando dritto davanti a sé, arriva ai ponti di Pinzano e la loro conquista provoca la necessità di abbandonarci prima del previsto, la lìnea del TagUamenio. Cadorna reagisce con pacatezza e sagacia, superata la sorpresa per il precipitare degli avveni­menti la Relazione fa sbalzare in altorilievo la sua figura di condottiero -, tiene saldnmeute in mano le redini del comando, provvede a chiudere gradatamente il vuoto creatosi, all'ala sinistra della 2a armata, tira: indietro, come battenti di un'ina-mensa porta, la 4a e la 3a armata, utilizza come solido paravento di quest'ultima i tre corpi delPala destra della 2a armata, sfuggiti al disastro. Dopo il Taglianiento, la situazione appare già padroneggiata, pur se permangono gravi pericoli; le opera­zioni proseguono ordinatamente sotto la protezione di adeguate retroguardie, ohe rallentano l'impeto dell'avversario sulla Livenza e sul Monticano, fino al Piave. Non è stata impresa facile, ancbe per l'incomprensione di qualche dipendente, che non intuisce di far parte di un tutto e limita la visione olla propria unità e frappone-indugi all'esecuzione di chiari ordini. Il 9 novembre, quando la nuova linea di resi* si enza è raggiunta e son pronte le direttive per la sua difesa, Cadorna viene sostituito da Diaz. A questi spetta la parte di protagonista nel 3 atto e la sostiene egregiamente.
Un capitolo è dedicato al concorso degli Alleati e la questione è trattata con distaccata signorilità, facendo parlare, rome al solito, i documenti. Risulta da nn chiaro appunto di Forlì e il manoscritto è opportunamente riportato in fotocopia che le forze alleate non potevano rappresentare che un sostegno a favore dell'Esercito italiano, responsabile della difesa dell'Italia, il cui destino dipende perciò dalla condotta e dalla resistenza dell'Esercito italiano . E, quindi, l'Esercito italiano fu lasciato solo a fermare l'irrompente nemico; le undici divisioni, francesi e britanniche erano arrivate in Italia fra la fine d'ottobre e i primi di novembre, ma sostarono alquanto indietro e la loro entrata in linea venne decìsa, il 29 novembre, quando si era avuta la precisa sensazione che l'offensiva austro-tedesca era stata arginata e che da parte italiana era stata superata la crisi che ci aveva colpiti un mese prima, sul medio Isonzo. Le prime sei divisioni alleate si schierarono sulla linea del fronte nella notte sul 5 dicembre. Nel resto del mese, si esaurì ogni altro conato offensivo nemico. La battaglia era finita.
La narrazione, anche con qualche squilibrio nella trattazione di alcuni argo­menti, è completa, lo stile scorrevole e la lettura riesce fluida, conseguente, convin­cente ; i fatti sono esposti con chiarezza e la loro ricostruzione è agevolata da tavole e schizzi e da alcuni brani di documenti, che fanno assumere al volume il valore di un testo completo. Un volume con circa 250 documenti ed uno con una ricca dotazione cartografica (indovinata l'inclusione di carte e schizzi panoramici, desidera­bile qualche tavoletta al 25.000) forniscono buon materiale a chi volesse approfon­dire lo studio. Quest'opera dice la paròla definitiva su quel fortunoso periodo della nostro guerra ; essa è realmente ripetiamo le parole che chiudono la narrazione : nna ricostruzione analitica e documentata degli avvenimenti, nel rispetto del sempre valido avvertimento di vi chiana memoria veruni et factum convertuntur .
LUIGI MONDISI