Rassegna storica del Risorgimento
PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
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1969
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Carlo Ghialberti
presso del costituzionalismo della Restaurazione francese, mediatore tra le aspirazioni all'eguaglianza civile della Rivoluzione e dell'Impero e le istanze alla libertà politica della tradizione monarchica temperata, vi è scarsa comprensione per l'esperienza inglese, fondata sulla lunga continuità di un parlamento nato nel medioevo. *'
La tesi dei Boncompagni appare, pertanto, estremamente coerente col modo di prospettare i problemi del liberalismo francese, sia come interpretazione dello svolgimento storico-istituzionale, sia come valutazione della realtà politica dei tempi nuovi, destinati a veder composto il contrasta, troppe volte dipinto come insanabile, tra il principio della sovranità popolare, esercitata dalle assemblee nazionali e quello della legittimità dinastica, difeso dalle monarchie. Dopo le recenti esperienze vissute dall'Europa, l'accordo tra Corona e Parlamento, tra Sovrano e Nazione sembra senza valide alternative politiche: perché la preminenza ereditaria è necessaria ad impedire la corruzione e l'abuso della podestà che si esercita nelle assemblee popolari: perché cosi fatta preminenza quale è stabilita nella persona dèi monarchi è meravigliosamente adattata a mantenere le "Fere e legittime condizioni del consesso civile; perché finalmente la dominazione assoluta e patrimoniale non è natura della monarchia, ma eredità del feudalesimo, ne' suoi effetti e nelle sue conseguenze funestissime alla civiltà . 2)
Vi è implicita in questa affermazione ima chiara presa di posizione contro le tesi di coloro che, fuori, dalla realtà presente, continuavano ad esaltare in forma mitica le costituzioni prodotto della storia contro quelle carte e quegli statuti opera di legislatori e, quindi, a mitizzare, come il Rosmini, modelli troppo lontani nel tempo, come la costituzione veneta, o troppo distanti dalle esperienze concretamente vissute dalla società italiana, come la costituzione inglese, e che apparivano allora in parte estranei alle esigenze di rinnovamento politico proprie degli ambienti subalpini e nazionali del Quarantotto. Tali esigenze di rinnovamento si estrinsecavano assai chiaramente nella valutazione del ruolo del potere legislativo nello Stato. Infatti l'idea di un temperamento al principio della separazione dei poteri onde la monarchia partecipi alle tre fondamentali funzioni pubbliche mantenendo unito ed efficiente nel suo funzionamento lo Stato, idea che la pubblicistica ottocentesca derivava dal concetto constantiano del ce pouvoir neutre e che il Rossi aveva interpretato in modo dinamico, e che aveva fatto della corona il fulcro del sistema si trasforma, nella prosa del Boncompagni, nella visione della assoluta supremazia del potere lcgisla-
): '. BONCOMPAGNI, Della monarchia rappresentativa, cìfc p. 94. *) C BONCOMPAGNI, Delia monarchia rappresentativa, CÌL. p. 95. 8) A. ROSMINI, Progetti di costituzione. Milano,. 3952, p. 67 o .aejjg. Strile tesi del Rosmini, cfr. G. MARANINI, Storia del potere, ci-L, p, 85 e segg.