Rassegna storica del Risorgimento

PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
anno <1969>   pagina <10>
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Carlo Clùsutberlì
teorizzare la necessità e l'utilità del perenne temperamento tra Corona e Nazione. La responsabilità ministeriale appare la base sulla quale può garantirsi la vita dei nuovo regime rappresentativo fondato sulla suprema­zia delPìstituta parlamentare e sull'assoluta necessità che i ministri rispon­dano degli atti di governo al potere legislativo. H controllo parlamentare sull'esecutivo, anche se non Integrato da un vero e proprio rapporto di fiducia, si realizza creando una collaborazione tra i pubblici poteri nel rispetto della costituzione: a Se il principe con la sanzione o col divieto delle leggi, con la scelta dei magistrati e dei pubblici ufficiali, con la con­vocazione o lo scioglimento del parlamento, mantiene la sua suprema auto* rità su tutte le parti del pubblico reggimento, i deputati della nazione, col chiedere conto ai ministri di tutti gli atti senza eccezione, che a quello appartengono, fanno sì che in tutte le sue parti si mantenga vivo quello spìrito che lo tiene in armonia coi voti e con i desideri della nazione; per tal modo si impedisce che non si alteri quell'ordinamento dei pubblici poteri che è proprio della monarchia rappresentativa .1 E di questo ordi­namento, nato nell'età moderna e fondato sui principi di libertà e di ugua­glianza, la rappresentanza nazionale e la libertà di pensiero e di parola vengono a simboleggiare l'essenza, costituendone al tempo stesso la garan­zia. 2>
La visione del rapporto dei pubblici poteri propria del saggio Della Monarchia rappresentativa del Boncompagni è chiaramente legata a quella interpretazione parlamentare delle norme costituzionali maturata nell'espe­rienza francese della Restaurazione e fatta propria ormai dalla pubblici­stica subalpina. In qualche scrittore appare addirittura evidente lo sforzo di dimostrare la inadattabilità concreta degli istituti britannici che pure si riconoscono come la base dei moderni regimi rappresentativi per la varietà delle condizioni ambientali e la difformità dell'ambiente sociale, rendendo cosi la via più agevole per la dimostrazione della fondamentale affinità tra le costituzioni del continente, cioè tra quelle essenzialmente di ispirazione francese. Il Peverelli, ad esempio, primo tra i commentatori di un certo livello dello Statuto albertino, scrivendo del governo rappresentativo il cui problema fondamentale consiste nel combinare una giusta e regolare com­partecipazione della nazione alla trattazione dei propri affari colla conser­vazione del prestigio e dell'autorità inerente alla forma monarchica , con­trappone l'esperienza inglese nata a istericamente, a seconda degli avveni­menti a quella degli altri Stati d'Europa <c introdotta negli ultimi tempi in base ai dettami della ragione in un solo e compiuto getto dacché lo studio e la scienza ne avevano fatto sentire la preferenza . Dalla contrap-
-) C. BONCOMPACNI, Della monarchia rappresentativa* eit, pp. 33.34. 2) C. BoNCOMpACifi, Della monarchia rappreseli tatìvu, cì p. 35.