Rassegna storica del Risorgimento
PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
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Carlo Ghmtlberli
ed ni tempo slesso libero da ogni intendimento agiografico in favore della dinastia verso la Oliale l'autore come storico acquisterà meriti sufficienti, il libro Dei principi del governo libero di Domenico Canuti testimoniava in modo non indifferente lo sforzo della pubblicistica piemontese di affrontare in maniera rinnovata i più generali problemi dello Stato, del diritto pubblico e dei rapporti intercorrenti tra governanti e governati in un ordì' namento giuridico fondato sul sistema rappresentativo, nel tentativo di comprendere in tutto il loro valore i problemi costituzionali.
Teorizzatore anch'egli di quel giusto mezzo tra il regime assembleare e la monarchia ereditaria della tradizione ancien regime, il Carutti era portato necessariamente ad allinearsi sulle posizioni costituzionali e garantiste del liberalismo moderato difensore dei diritti individuali contro il potere. Due erano, pertanto, a suo giudizio, i requisiti di un governo libero: in primo luogo la tutela del singolo non solo dalla prepotenza delle forze sociali ma anche dagli ordini che concorrono a formare le costituzioni politiche e, secondariamente, l'esistenza di una garanzia costituzionale tale da consentire la reintegrazione dei diritti del singolo in caso di minaccia o lesione.1J Ciò caratterizzava anche la legittimità del potere, quale che ne fosse stata la fonte e l'origine. Agli ideologi ed ai filosofi, intenti a meditare sullo stato di natura, sul contratto sociale, sulla genesi degli ordinamenti pubblici, il Carutti opponeva il concreto discorso sul contenuto istituzionale di un regime libero e, quindi, quello delle garanzie politiche a questo necessarie. Per questo il sistema rappresentativo gli appariva il migliore tra quanti vennero escogitati per realizzare con la tutela dei diritti individuali le opportune guarentigie costituzionali purché sempre coerente e costante si mantenga il rapporto tra popolo e governo; preoccupandosi soprattutto delle istituzioni a tutela de la partecipazione più o meno diretta, più o meno larga che compete a ciascun cittadino nell'amministrazione del governo , contestava le radici ideologiche della tirannide assembleare, esaltando invece la separazione e la limitazione dei
chiami costituzionali, redatti sotto forma di domande e risposte sull'organizzazione politica e sni diritti e doveri dell'uomo nello Stato reno a regime rappresentativo (p. es., A. GILLIEIC, Breve catechismo costituzionale ad uso del popolo italiano, Torino, 1848). Tali catechismi avranno fortuna anche in seguito: si pensi, ad es., a quello pubblicato dopo l'annessione della Lombardia da L. FIORINI, LO Statuto spiegato al popolo, estratto dall'opera Guida alla politica del popolo italiano: diritto costituzionale pratico o sia Statuto sardo, Milano, 1860. Si diffusero libretti di istruzione politica sulle formo costituzionali ad uso delle scuole (per es. L. GALLO, Dei benefizi dello Statuto Cartoni-benino, Torino, 1850). Si fecero confronti tra le diverse carte costituzionali promulgate nella penisola per mostrarne convergenze e difformità (per es. cfr. l'opuscolo Confronta tra In costituzione napoletana e la piemontese con tutti gli articoli della seconda riportati o nel testo o nelle note, s.l.d. (ma 1848).
i) D. CASOTTI, Dei principii dèi governo Ubero, Torino, 1852, p. 43.