Rassegna storica del Risorgimento

PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
anno <1969>   pagina <16>
immagine non disponibile

16
Carlo Gliisulberli
ferisce alle minoranze una superiorità sproporzionala alla loro potenza effettiva e numerica, e perché toglie ai più degli elettori la possibilità di giudicare dei candidati .,} Il Cavour allora, quasi anticipando quel col­legamento tra costituzionalismo liberale e sistema uninominale che parrà uno dei cardini di una certa opinione politica italiana, aveva condannato lo scrutinio di lista a base plurinominale e provinciale. Tale sistema, a suo giudizio, avrebbe reso gli elettori soggetti ad influenze ben più forti di quelle, astrattamente condannabili ma concretamente non troppo peri­colose per il regime liberale, del governo e dei rappresentanti delle forze moderate, e cioè all'azione collettiva di quei partiti estremi che hanno il loro centro operativo nei capoluoghi di provincia, del clero, nell'ipotesi che superi l'ambito della propria sfera e si intrometta nella vita politica con la sua organizzazione capillare, ed infine, dei ricchi proprietari nelle loca­lità ove la proprietà non è molto divisa. 2) In tali condizioni il Cavour, seguito da altri oratori in un dibattito destinato a divenire classico, so­stenne come in un'elezione politica la scelta del rappresentante dovesse essere immediata, unica e dovesse avvenire in una circoscrizione limitata. ) Peraltro su questo punto lo Statuto era estremamente generico stabi­lendo l'articolo 59 che la Camera elettiva è composta di deputati scelti dai collegi elettorali conformemente alla legge . H Peverelli aveva piena­mente giustificato tale remissione alla legge della concreta determinazione del sistema elettorale mostrando l'inopportunità di una normativa costi­tuzionale in una materia suscettibile di variazioni col progresso civile e politico della nazione. Era, infatti, logico che col progredire ed esten­derà dei mezzi intellettuali e materiali, non che dell'educazione politica, una massa più svariata di interessi viene ad acquistare forza ed influenza sull'opinione ed a domandare la sua partecipazione nella parte elettiva e variabile del potere legislativo e politico .-,) Il Ca.rutti, poi, andando ben oltre la contingente prospettiva della norma statutaria e delle condi­zioni della società italiana del suo tempo, ed aderendo all'usato schema del collegamento ideale tra sviluppo culturale e partecipazione politica, prevedeva l'avvenire per il suffragio universale.6) Ciò che mostra chiara­mente la tendenza, implicita nei moderati subalpini, a concepire il loro
*) D. CARUTTJ, Dei principii del governo libero, cit. p. 218.
2) C. BENSO DI CAVOUR* Discorsi Parlamentari, voi. 1: 1848-1850, a cara di A. OMO-BEO, p. 23 e segg. (9 luglio '48), Firenze, 1932.
8) Su tale ponto del pensiero dello statista piemontese cfr. A. OMODEO, Introduzione a C. BENSO DI CAVOUR, Discorai Parlamentari, voi. I, ciu, p. XXVIU-XXIX; G. TALAMO, Un moderato: Michelangelo Castelli, Roma, 1955, pp. 108 e segg.; Storia del Parlamento Italiano, cit., voi. I, p. 349; C. Pise MEMO A, Elezioni politiche nel Regno di Sardegna, cit., pp. 83-84.
4) P. PEVEKEI.U, Contenti, cit, p. 88.
0) D. CAHUTTI, Dei principii del governo Ubero, cit. pp. 221-222.