Rassegna storica del Risorgimento
PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
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1969
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Il sistema rappresentativo in Piemonte
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dievali, rievocate dal Sismondi. tra le quali emergeva per la robustezza della sua struttura testimoniata dalla sua lunga continuità, quella della Serenissima. Il carattere sempre oligarchico e spesso feudale di esse non consentiva ad un liberale riabilitazioni storiche postume, né la minima accondiscendenza verso le tesi di coloro che sognavano una reviviscenza delle istituzioni defunte del mondo medievale. Un antifeudalesimo a sfondo egualitario sul piano civile Io portava a condannare aspramente quella storia di Venezia perché w in quanto alle città continentali e soggette Venezia rinnovò più di ni un altra l'esempio delle soggezioni antiche J>, e perché anco nelle città e tra le lagune dominò peggio che dovunque altrove la distinzione allora còsi tollerata, ora cosi odiosa, delle classi .a*
Sgomberato il campo da ogni ipotesi implicante il ritorno a soluzioni antiche o addirittura antichissime del problema costituzionale, l'anii-nomia tra principio assolutistico e principio rappresentativo, posta drammaticamente nella storia dell'Europa moderna, doveva necessariamente per il Balbo risolversi anche in Italia con la vittoria del secondo. Non si sottraeva, infatti, il Balbo a quell'ottimistica certezza, generalmente diffusa tra i moderati, del successo finale dei principi liberali e costituzionali, pur nella loro realizzazione graduale, a secondo dello svolgimento delle circostanze politiche e della reazione dell'ambiente sociale.
La vicenda dell'Inghilterra, che egli a differenza di altri moderati prendeva ad esempio, gli mostrava la lunga continuità e la buona funzionalità di un ordinamento fondato sul principio rappresentativo, mentre i fatti svoltisi nell'Europa contemporanea lo dissuadevano da ogni opzione istituzionale che non fosse quella monarchica.a) L'esperienza nordamericana, infatti, ancorché ottima per aver raggiunto la costituzione del 1787 l'equilibrio dei poteri e la loro indipendenza, non era, a suo giudizio, ripetibile tra i popoli del Vecchio Continente, cosi diversi da quelli anglosassoni del Nuovo mondo già educati sin dall'età coloniale ad una libertà politica esercitata nei limiti di un autogoverno.
La separazione dell'esecutivo dal legislativo, con il conseguente allontanamento del pericolo della tirannide assembleare, e la completa indipendenza del potere giudiziario a garanzia della libertà comune, erano stati già realizzati dalla Convenzione di Filadelfia alla vigilia di quella rivoluzione francese destinata a produrre conseguenze estremamente serie sul piano del diritto pubblico.8)
Ma l'assemblea costituente francese, inaugurando la nuova storia gin-
1) C. BALBO, Della monarchia rappresetiattiva, cit, p 46.
2) G. BALBO, Della monarchia rappresentativa, rii.s p. 142 e segg. 8) C. BALBO, Della monarchia rappresentativa, cit., p. 74 e segg,