Rassegna storica del Risorgimento

PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
anno <1969>   pagina <22>
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Carlo Ghisalberti
parlamentare. Vero è, però, che nel Cavour la preoccupazione di affermare la modificabilità dello Statuto per opera del Parlamento era dettata da una visione totalmente riformatrice ed innovativa, mentre nel Balbo dei periodo successivo alla crisi rivoluzionaria del 1848, la tesi dell'onnipotenza parla­mentare sembrava soprattutto contrastare se non con il rieeheggiante mito della costituente, quanto meno con le teorie avanzate dell'elemento demo­cratico di un pouvoir constituant della sola camera elettiva negli ordina­menti rappresentativi a parlamento bicamerale. Tutto il discorso del Balbo tendeva in questo modo a mantenere fermi i pilastri sui quali si fondava la monarchia rappresentativa, mostrando la corona pienamente inserita nel sistema parlamentare.
Lo stesso istituto della sanzione regia, disciplinato dagli artìcoli 7, 55 e 56 dello Statuto, veniva pienamente giustificato come un naturale attributo del monarca: non si poteva infatti sopprimere tale sanzione sosti­tuendola con un semplice veto sospensivo implicante un invito alle Camere ad una nuova deliberazione ed approvazione del provvedimento legislativo sgradito alla corona, senza distruggere lo stesso istituto monarchico al quale doveva conservarsi potere di iniziativa e di sanzione legislativa: solo una repubblica, con un Capo dello Stato eletto per un periodo di tempo limitato, poteva sostituire alla sanzione il veto sospensivo senza tema di vedere scosse dalle fondamenta una delle strutture del sistema. 2) Le prefe­renze per la monarchia derivavano dal fatto che questa conciliava il per­manente interesse conservativo di famiglia con quelF interesse conser­vativo di Stato oggetto della cura costante dei politici.8) E le istituzioni elettive sperimentate sul Continente, e segnatamente in Francia, non ave­vano dato risultati fino a quel momento troppo brillanti.
Ma se la corona era al vertice del sistema, costituendone uno degli elementi caratterizzali non tanto per l'aspetto formale quanto per la parte­cipazione sostanziale all'esercizio del potere, il fulcro del sistema rappre­sentativo era pur sempre costituito dall'istituto parlamentare. Al concreto funzionamento di questo in un ordinamento statutario andava l'attenzione del Balbo. La prassi, come è noto, aveva modificato lo Statuto trasformando la monarchia costituzionale in monarchia parlamentare, alterando per certi aspetti quella stessa concezione della cosa pubblica che aveva lo storico e politico piemontese, ed aveva reso cosi responsabile il governo di fronte alla Camera elettiva obbligandolo a mantenersi in carica solo se suffragato dal voto di una maggioranza. In realtà gli scritti contemporanei a questa tra­sformazione del regime statutario avvertivano la profonda trasformazione
J) C. BALBO, Della monarchia rappresentativa, ciiM p. 209. 2) C. BALBO, Della monarchia rappresentatìvOt ci e, p. 224. 8) C. BALBO, Della monarchia rappresentativa, CÌL, p. 110.