Rassegna storica del Risorgimento

PUBBLICISTICA COSTITUZIONALE REGNO DI SARDEGNA 1848-1853; REGNO
anno <1969>   pagina <25>
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Il sistema rappresentativo in Piemonte
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degli usi della Camera dèi Comuni e della Camera dei Lorda. '* Probabil­mente, avendo assistito al travagliato periodo della gestazione e della elabo­razione della nuova prassi parlamentare subalpina, l'autore Della Monarchia rappresentativa si era reso conto dell'effettiva superiorità pratica di un sistema maturato da una secolare esperiènza e, quindi, suscettibile di adat­tarsi con maggiore duttilità agli ordinamenti rappresentativi degli Stati europei di quanto non fosse il rigido schema del regolamento francese imitante quello belga del 1831.2) Di pia il Balbo, differenziandosi in ciò dagli altri autori del suo tempo, era portato da una notevole anglofilia ad esaltare come il modello di un sistema rappresentativo ben funzionante il parlamento britannico ed a sollecitarne l'imitazione nella prassi e negli usi: <c Dicono che gli usi inglesi sono quasi abili d'adulti che non vesti­rebbero bene noi adolescenti. Io dico che presi dagli inglesi quando pure essi erano adolescenti, furono appunto di quelli semplici e larghi che si calzano facilmente e non impediscono la crescita, mentre i nostri all'in­contro sono di quelli che gli imprudenti educatori impongono talora ai giovani per far loro fare subito buona figura, ma che ne impacciano poi le mosse e la crescenza .3' La presa di posizione polemica del Balbo investiva numerose questioni di carattere tecnico tra le quali soprattutto emergeva quella riguardante il sistema, a suo giudizio, troppo macchinoso degli Uffici nei quali era ripartita mensilmente la Camera per mezzo di un'estrazione a sorte che assegnava ciascun deputato ad uno di questi organi interni, indipendentemente dalla sua appartenenza alla maggioranza od all'opposizione. Tale sistema costituiva un notevole intralcio all'esercizio
i) Tir. ERSKLNE MAY, A Trealise upon the Lato, Proceedings, and Vsagè of Parità-meni, London, 1844; G. BENTHAM, Tactique des assemblée* politiques deliberante* (che il Balbo conosceva nella traduz. Tattica delle assemblee politiche deliberanti di G. B., Palermo, presso Pietro Mondili, 1848). È interessante anche notare la conoscenza del regolamento inglese nella imitazione americana fatta dal Tu. JEFFERSON, Manuel du droit parlementaìre. ou précis des règles suivies dans le Parlement a"A.ngleterre et dans le Congrès des Etats-Unis, pour l'iniroduction, la discussion et Ut décision des aftaires, tradtdt de Vanghàs par L. A. PICHON, Paris, 1814.
2) G. BALBO, Della monarchia rappresentativa, cit., p. 331. Il Cavour aveva sottoli-lineato l'opportunità fin dagli albori dell'esperienza statutaria di un regolamento della Camera dei deputali che però dovesse isfuggire le soverchie lentezze, le infinite for­malità, le rancide tradizioni di cui abbondano regolamenti inglesi senza cadere nella confusione, nel mal ordine, nella poca dignità, cose che rendono, a parer nostro, i fran­cesi i meno imitabili del mondo ; aveva altresì auspicato un regolamento che sapesse < togliere dall'esempio del Parlamento di Londra le inviolabili garanzie che circondano la minorità, il rispetto per le opinioni individuali e l'arte di far concorrere ai lavori delle Camere rutti gli uomini distinti, ciascheduno nella sfera della sua specialità e nella proporzione de* suoi mezzi, e col cercare di introdurre fra noi quelle forme chiare e precise che distinguono ì regolamenti francesi, da questo lato solo, insuperati modelli . Cfr. Sul regolamento detta Camera dei Deputati, I, in U Risorgimento, 6 maggio 1848, n. Ili, in Gli scrìtti, cit., p. 110.
8) C. Balia, Detta monarchia rappresentativa,-, cit., p, 341.,