Rassegna storica del Risorgimento
BENEDETTO XIV PAPA (PROSPERO LAMBERTINI); CHIESA ANCONA 1723-17
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1969
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28
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38 Werther Angelini
Curia anconitana nel 1731, il cardinale Bartolomeo Massei (1731*1745): *) cosi due Notificazioni, un Editto e una Riforma del testo del Monte di Pietà.
La prima Notificazione, del 1 novembre 1727, ripresa dal Massei e posta a complemento del IX Deereto (De doctrina Christiana) del suo Sinodo. riguarda appunto l'obbligo di insegnare la dottrina al popolo* il dovere di approfittare delle domeniche e delle feste di precetto, la prescrizione di attenersi al libretto del Bellarmino.
Nulla di sensazionale, in sede di vita apostolica, in tali richiami, ma non si sarebbe potuto dir meglio, con maggior vigore. Si tratta di semplici suggerimenti di carattere precettistico, che scendono ai minuti dettagli di una condotta ideale del catechista, notevoli tuttavia per la forza e rinflessibile severità che svelano. Contengono oltre tutto un'espressa minaccia di togliere i benefici dei Monti frumentari ai fedeli tiepidi, agli astinenti, agli inosservanti, che è anche più decisamente sintomatica di una situazione morale in atto in talune cure dell'Anconitano. È chiaro che il Lambertini si rivolgeva alla parrocchia di campagna e che gli erano presenti le possibili difficoltà della produzione rurale in genere, e soprattutto del piccolo fondo agrario. Ma ciò che più interessa è l'accenno al rapporto di potere del parroco nei confronti del contadino, esplicito in quella minaccia di esclusione dalle risorse di una pubblica assistenza come quella costituita appunto dai Monti frumentari. E infatti per l'applicazione eventuale di una sanzione tanto grave tutto sarebbe dipeso dal parroco, al quale erano rimessi il giudizio sull'inosservanza dei fedeli e la denuncia ai superiori: a lui spettava informare i vicari foranei, i vicari dovevano passare parola al provicario generale e quest'ultimo al vescovo, il quale avrebbe stabilite le modalità del provvedimento.
In pratica si sarebbe negato al contadino di giovarsi delle riserve di cui disponevano le parrocchie, chiamate, come si diceva, Monti frumentari, che nella Diocesi anconitana erano in genere ammassi creati da confraternite religiose per casi di carestia, di scarsezza di grano per le semine, di urgenza di farine e di crusca.8) Tali depositi erano strumenti nelle mani dei parroci in quanto erano di fatto in loro potere, anche se poi, nella realtà, tutto funzionava abbastanza normalmente, non apparendo che di rado le temute discriminazioni, sempre troppo gravide di pericoli per i parroci stessi.
Diversa era già la situazione nella vicina vallata del Metauro così a Urba-nia, a S. Angelo, a Mercatéllo dove i Monti frumentari, 13 che molto spesso erano il frutto di donazioni e alcuni addirittura fondati con appositi lasciti dei duchi di Urbino, erano amministrati dalle Comunità senza l'interferenza dei parroci. Pertanto il Lambertini nell'ambito della sua Curia poteva usare della massima
) Yed. Synodits anconitana habita anno MDCCVlll a ci. menu cardinali Marcello De Aste confirmata et ancia ab Emo et Emo Dno card-. Mossaci episcopo in sua Synodo celebrata in Ecclesia cathedrali S, Cyriaci diebus 26, 27, 28 octobris anno MDCCXXXVUl, Ancona, Ì738. Va ringraziato il sacerdote Armando Borghi, che d ha offerto gentilmente nella sttn parrocchia di GoUignuno di Ancona il modo di consaltare con tutta libertà questo e altri smodi.
-0 In Synodus anconitana t...J con firmata et aucta ab Emo [-. I Mossoci [...], oit pp, 21-27.
3) Vcd. W. ANCEMNI, Vincenzo Crociani. Un. xcuttoltco democratico di Ancona, in Studi urbinati, anno XL (1966),. U. 1. pp. 63-64.
*) Si veda sai Monti frumentari la ricca bibliografia portata dal Venturi nel suo stuoie. M conte Boglno, il Dott. Cossu e i Monti frumentari, in Rivista storica italiano, LXXVI ( 196I). fase, TI, pp. 486487.