Rassegna storica del Risorgimento
BENEDETTO XIV PAPA (PROSPERO LAMBERTINI); CHIESA ANCONA 1723-17
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1969
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38 Werther Angelini
venite del 1745, che diremmo piuttosto un breve ai vescovi per le sue finalità pratiche espresse agli articoli 7, 8, 9, 10, 11,1) e che fu ispirata dalla diatriba messa in moto in Italia dal Maffei Tanno precedente!2) non nasconde un'affettuosa esortazione a considerare la calamità morale dell'usura e ad accettarne l'ineluttabilità solo a patto di una preliminare precisazione dei tassi d'interesse e di un'estrema chiarezza di tutto il meccanismo del prestito, sempre prevalendo l'immagine dei poveri bisognosi.
Permane infatti nel documento bolognese l'impressione di un addolcimento di idee già evidente al tempo del vescovato anconitano. Con le idee va ricordata però la realtà delle cifre degli anni di Ancona, che riflette una particolare situazione di fatto piuttosto complessa dell'ambiente, che va guardata con certa attenzione.
Nel 1726-27, cioè nel periodo corrispondente ai primi mesi del vescovato del Lambertini nella città marchigiana, i libri della Depositeria del Monte registrano un movimento di cassa notevole, di ben oltre 110.000 scudi, e un numero di 14.440 pigne-razioni;*) nel 1727-28 il movimento è inferiore e la cifra è di scudi 109.532 mentre le pignorazioni sono 13.282. Poi la cifra globale di cassa scende nel 1728-29 sugli 80.000 scudi,4) levandosi invece il numero delle pignorazioni a 15.179. Nel 1729-30 il bilancio si attesta sui 70.000 "' e anche le pignorazioni si fissano su una quota inferiore, 12.993; e nel 1730-31, ultimo anno della permanenza del Lambertini, si nota un'ulteriore scesa del totale di cassa, a 57.099 cioè, normalizzandosi viceversa il numero delle pignorazioni sulle 14.000, cioè ritornando quasi la cifra del primo anno del vescovato.
La prima considerazione che ci vien di fare è d'ordine creditizio, che cioè il Monte nei primi due anni dovette essere impegnato in un'intensa attività anche extracaritativa, poiché il semplice reddito delle pignorazioni, risultante dall'interesse del 3.50 ) applicato al valore medio di un pegno,7) in una città di circa 14.000 abitanti,8) non poteva offrire che un parziale, se pur pre-
x) Dal BuMarium Benedirti XIV, Venezia, ediz. 1778, t. I, pp. 258 sgg.
2) Ricorderemo la polemica sull'usura, aperta per l'Italia dal Maffei col suo scritto Dell'impero del danaro L...1 (Verona, 1744), chiusa ufficialmente dallo stesso Benedetto XIV* con la citata enciclica Vix pervenit, e sigillata da G. A. BRIGIDA con L'usura svelata. Risposta al libro intitolato Dell'impiego del danaro [...], Torino, 1747, nella qual polemica intervenne anche il Muratori, fiancheggiando entro certi limiti il Maffei e adoprandosi come moderatore presso il Concina (v. in antologia dell'Epistolario del Muratori nel voi. II delle Opere di Ludovico Antonio Muratori a cura di 6. FALCO e F. FORZI, Milano-Napoli, 1964, pp. 1962 sgg., Lettera del 13 febbraio 1745 a Daniele Concina, e relative note storiche).
8) La cifra, come le seguenti, è attinta dalla b. 2439 cit., ed è riportata come le altre che seguono, con beneficio delle frazioni dì scudo, irrilevanti.
*) Per la precisione, scudi 79.316.
8) Scudi 71.147.
) Non, purtroppo anche per il Lambertini, del 1x/-i all'anno, prescritto da Sisto V nel 1587 (v. AtBKitxnri, op. cit,, t. X, f. 158 v.: vi è riportato il punto del breve papale dove si stabilisce che il tasso dev'essere corrisposto ad rationem duorum cum dimidio prò qiiolibet centenario annuatim ab eisdem pauperìbus, a egenis personis). O taso del 3 '/ vigeva do almeno un secolo.
7) Esso non oltrepassava, per regola, lo scudo.
8) Abbiamo creduto opportuno tenerci alle cifre date dal Beloch per Fanno 1736: 10.078 anime per il centro urbano e 3875 per i sobborghi, in totale 13.953 (v. K. BELQCII, Bevolgerungsgeschichie ìlaUens, Berlin, 1939, li, p, 77).