Rassegna storica del Risorgimento

BENEDETTO XIV PAPA (PROSPERO LAMBERTINI); CHIESA ANCONA 1723-17
anno <1969>   pagina <40>
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Werther Angelini
Non senza un nesso nel 1732 si accendeva, in regime di istituzione di pòrto franco in cui il Lambertini, non più vescovo di Ancona, aveva pur ancora una parte1) - una spinosa controversia tra le comunità ebraiche dello Stato della Chiesa, par ti col arni ente di Ancona, ed il governo centrale, che inten­deva realizzare il porlo franco con la contribuzione di 2000 scadi per ciascuna comunità ebraica. La controversia, che seguiamo in carte dell'archivio israelitico di Ancona, fino al 1739 ebbe a turbare l'armonia tra commercianti ebrei e commercianti di altra razza e paesi. Tra questo materiale archivistico abbiamo voluto fermare lo sguardo particolarmente su una copia di esposto, manoscritta e senza data, ma dei 1738, inoltre su un Ristretto di fatto e ragione accompa­gnato da una Risposta con sommario, indirizzati alla S. Congregazione del Porto franco di Ancona per l'Università degli Ebrei di Ancona contro la Ca­mera apostolica , entrambi pure del 1738. - ' Tali documenti, mentre battono sul motivo dell'impossibilità per l'Università degli ebrei3) di sostenere la tassa dei 2000 scudi, gettano un'ombra sull'istituto della franchigia, incapace di dar più il guadagno che il commercio pareva potesse rendere nel triennio prece­dente appunto l'istituzione della franchigia. La progressiva diminuzione del volume degli affari e dei profitti4* avrebbe leso pure mercanti impegnati e av­veduti come gli ebrei, e questo dà l'idea che qualcosa di poco pulito fosse en­trato anche nell'ingranaggio della franchigia, come una certa aria di discrimi­nazione razziale.")
Le difficoltà che si presentavano al Lambertini si limitavano all'eccitazione dell'ambiente mercantile di tutto lo Stato e marchigiano in ispecie, quale appariva dalla protesta del Danieli. Non era un quadro disastroso, in realtà. E la vertenza tra la mensa vescovile di Osimo e l'Annona di Ancona, maturata in quell'anno e scoppiata nel 1731,C) non era ancora un fatto di grave intensità. Guai più seri si verificarono qualche anno dopo, quando il Lambertini era a Bologna. Nel 1733 (14 sett.) una tempesta travolgeva, nel porto di Ancona, quasi tutto il naviglio con relativi equipaggi (70 morti), inutilizzando un molo, che era co­stato una somma ingente, rovinando impianti in avviata costruzione, scoper­chiando fondachi e case vicine, con un bilancio veramente disastroso per lo spirito pubblico.7) Nel 1735 la Marca era colpita da una carestia, che fu grave
*) Ved. CARACCIOLO, op. cit p. 61..
2) In Franchigia del porto di Ancona cit*
*) Stando al testo di Ristretto di fatto e di ragione rit., {parag. 38), gli ebrei nel 1738 erano 1179 e tutta la città di Ancona non superava le 10.264 anime. Rispetto alle indicazioni del Beloch da noi citate per il 1736 il numero dei cittadini anconitani ci sembra ceso di troppe unità e diremmo che nel documento ebraico sia tralasciata la situazione dei sobborghi. Ammessa tale omissione e posta di fronte la cifra del Beloch, di 10.078, a quella di 10.264 della stampa ebraica, e intendendole entrambe come coeffìcienu* del solo centro urbano, si avrebbe nn chiaro sintomo di sviluppo demografico, che è poi l'idea sostenuta dal Caracciolo (ved. A. CARACCIOLO, Le grandi fasi di sviluppo dell'economia delle Marche negli ultimi secoli. Elementi di una ricerca su fonti demografiche, in Studia picena, voi. 31, Fano, 1.963, pp. 1*7.
*) Ved. Risposta con sommano cit., art. 15.
) Veci. Ristretto di fatto e di ragione cit., art, 34.;
fl) Ved. Sevi. XVIII. Annona.:':MMi k. 11820 in À'.<34n.: PpsMonc del vescovato d'Osimo contro la Comunità d'Ancona sopra II dazio della farina T...1.
t) Ved, Storia degli anni 1132 e. 1733, Amsterdam-Venezia, p. 304, e ALBERTUO, op. cit i. Xin, ff. H3V..U5.