Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (ROSMINI-SAMUELLI); MONTANELLI GIUSEPPE; ROSMINI SERBA
anno <1969>   pagina <59>
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Antonio Rosmini e la Costituente
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Era quello il momento in cui il Montanelli pensava di attuare la sua Costituente in due stadi, l'uno anteriore e l'altro posteriore all'affrancamento della nazio­ne: il primo, tutto inteso a riscatti , avrebbe radunato le forze necessarie alla liberazione; il secondo sarebbe stato artefice di statuto italiano >. Ma era già evidente nel Montanelli la ferma intenzione di impedire il sopravvento del Regno sardo nella questione italiana; *) e lo si vedrà inequivocabilmente subito dopo quando la fuga del papa da Roma gli offrirà l'occasione di vagheggiare una fusione della Toscana e dello Stato pontificio presieduta da Leopoldo IL La lettera del Rosmini è del 23 novembre: esattamente il giorno dopo Pio IX fuggiva da Roma. L'aperta condanna della Costituente del Montanelli da parte del Rosmini è una chiara testimonianza della crisi mortale che il programma montanelliano stava attraversando.
GIUSEPPE FACGZN
APPENDICE
Roma, 23 novembre 1848 Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore,
Non Le dirò quanto il tenore della venerata Sua mi abbia fatto arrossare di me medesimo; ma ubbidirò senza proemio al Suo desiderio dicendoLe quale mi sembra dover essere la condotta di un Vescovo nelle presenti gravissime e dif­ficilissime circostanze. L'incarico che un Vescovo ha ricevuto da Gesù Cristo di predicare il Vangelo e di condurre le anime degli uomini all'eterna salute è così sublime, santo, e divino, che non v'ha cautela soverchia da adoperarsi, perché nessun altro affare terreno ne impedisca od intralci e disturbi esercizio.
Quest'esercizio può essere intralciato soprattutto dalle umane opinioni in materia politica, le quali si dividono e contrariano secondo il vario sentire e pen­sare delle menti, e purtroppo ancora secondo le varie passioni da cui si lasciano agitare gli uomini, e le decite fazioni che ne derivano. Sopra di tutti questi inte­ressi umani, di queste opinioni, passioni, e partili, che agitano e travagliano la società e l'uvitmità, si leva il Vangelo, e col Vangelo il Vescovo, che n'è il maestro istituito da Dio, e in questa regione celeste dell'Evangelio egli abita cól suo spi­rito la città della pace imperturbata e felice. Nostra autem conversatio in coelis est. Pormi adunque, che ogni Pastore della Chiesa cattolica adempia il suo offi­cio e corrisponda all'altezza della sua missione divina, se astenendosi dal prender parte in qualsivoglia politica controversia e dal dichiararsi per qualsivoglia fa-sione, si limiti a predicare a tutti egualmente e in modo generale la giustìzia, la carità, l'umiltà, la mansuetudine, la dolcezza, e tutte le altre virtù evangeliche, riprovando i vizii contrarU e difendendo acremente i diritti della Chiesa, dove venissero da qualsivoglia parte violati. Reputo che il Vescovo debba, soprattutto in questi tempi, spargere un olio balsamico di dolcezza nelle piaghe dell'umanità, debba guardarsi da ogni giudizio temerario, da ogni parola ingiuriosa a chic­chessia, da ogni adulazione strappata dal timore, da ogni connivenza al male,
l) Cfr. A. DB ROBERT, Vincenzo Gioberti e la Costituente <li Giuseppa Monta­nelli, in Archivio storilo italiano, a. LXXXJX (1921), voi. H, pp. 251-290; A. M. GHI-SALBEIITI, Giuseppe Montanelli e la Costituente, Firenze, Sansoni, 1947 pp. 103-185.