Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDINI; GUERRA DEL 1866; PERSIANI CARLO TOMMASO
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1969
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Leonida- Balestreri
nella quale il dialetto ero d'uso corrente. Su queste abitudini linguistiche con il loro ovvio carico di inconvenienti, si era poi aggiunto per l'italiano del Nostro un altro fattore negativo, in quanto egli ebbe a vivere gran parte della fanciullezza e dell'adolescenza in Savoia a Chambéry, dove il padre funzionario di dogana, era stato trasferito e dove raggiungendo i più alti gradi della carriera, risiedette sino alla cessione di quella regione alla Francia.
Rientrata nel 1861 la famiglia a Genova, il giovane Carlo trovò qualche tempo dopo impiego in una casa di spedizioni. Quando venne il suo servizio di leva, ne fa esentato, essendo già sotto le armi, nelle file del 19 Fanteria, il fratello Aleramo, che nel 1870 doveva poi partecipare con le truppe del Cadorna alla liberazione di Roma.
In contatto come egli era con gli ambienti mazziniani e garibaldini l'arruolamento volontario di Carlo Persiani nel 1866 fu un fatto, si può dire, naturale, e altrettanto naturale risultò la scelta della formazione nella quale militare, quella cioè dei gloriosi Carabinieri genovesi. Solo che dando alquanto fastidio alle autorità monarchiche anche il solo nome di questa avanguardia in armi della democrazia repubblicana *) - si volle ad essi mutare la denominazione in quella più generica di Bersaglieri Volontari Italiani.2) Uomini cui più che le parole interessavano i fatti, i Carabinieri genovesi non s'impuntarono per questa pretesa regia, nonostante la nuova denominazione fosse loro alquanto ostica come quella che troppo da vicino ricordava le truppe che erano state le artefici più spietate della durissima repressione dell'insurrezione di Genova dopo la sconfitta di Novara.
Carlo Persiani fu così arruolato nel 1 Battaglione Bersaglieri Volontari al comando del maggiore Antonio Mosto,3) venendo assegnato alla prima compagnia che operava agli ordini del capitano Emilio Evangelisti. *> Era quello della compagnia, al pari di quello dell'intero battaglione, un ambiente prevalentemente genovese: sa 171 nomini in forza oltre un centinaio provenivano infatti dalla Superba.9)
Comunque, anche a prescindere dalla provenienza dei suoi componenti, non soltanto la compagnia dell'Evangelisti, ma tutto il battaglione comandato dal Mosto ben poteva essere qualificato genovese per un motivo del massimo rilievo, quello cioè che il suo armamento (in buona parte carabine svizzere) era stato acquistato a carico del Comune di Genova, mentre il Governo, peraltro senza troppo impegno, si era addossata la spesa del vestiario. ) In realtà la
1) Tale era la prevenzione delle autorità regìe nei confronti di questi valorosi combattenti che in una lettera in data 21 maggio 1866, indirizzata a Luigi Malatesta Antonio Mosto non sì peritava ad affermare che non si vogliono in nessun modo i Carabinieri genovesi* Archivio Istituto Mazziniano, Genova, cartella n. 110.
2) I battaglioni, costituiti con decreto del 29 maggio 1866, furono due: genovese il primo, milanese il secondo. Un gruppo di liguri, secondo quanto annota Gruuo AMATOLI, Da San Martino a Mentana, Milano, Fratelli Trevcs, 1892, p. 244, figura peraltro arruolato anche nel secondo battaglione.
) Relativamente alla figura del Mosto cfr. il recente volume di BIANCA MONTALE, Antonio Mosto, Pisa, Nistri-Lìschi, 1966.
*) Un profilo dell'Evangelisti è tracciato da FRANCESCO POGGI, in Dizionario del Risorgimento Nazionale, Milano, F. Vallurdi, 1933, voi. HI, p. 1S.
6) Cfr BIANCA MONTALE, 1 garibaldini genovesi nella guerra del 1866, in Studi Garibaldini, n. 6, 1966, p. 46 dell'estratto.
) Cfr. la nota precedente.