Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDINI; GUERRA DEL 1866; PERSIANI CARLO TOMMASO
anno <1969>   pagina <65>
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// Mario del 1866 di C. Persiani
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APPENDICE MEMORIE DELLA CAMPAGNA 1866
Alle tre ant. del giorno 25 giugno, arriva l'ordine di immediata par­tenza. 1) Si suona assemblea, alle cinque il Battaglione è radunato, e pronto alla partenza. Alle 6,35 fra la moltitudine della popolazione attirata ecco il battaglione che alla volta di Brescia prende strada sulla Ferrata. A Brescia ci fermiamo cinque ore circa nella stazione, io vedo i miei parenti, grande conso­lazione per me, pianti per loro. Passano 500 circa prigionieri Austriaci fatti a Cnstoza; si prosegue per Desenzano dove arriviamo circa le ore 2 pom. dello stesso giorno. Per la gran confusione di Garibaldini non si trova di che mangiare, pane e formaggio fu il nostro vitto. Desenzano piccola e sudicia città sul lago non presenta di bello che la vista di quello.
25 Giugno. Fermatici poche ore a Desenzano, si prende la strada, a piedi, per Salò. La strada è piana e bella. A Salò si trova di che saziarsi; alberghi e osterie non mancano. Deliziosa vista del lago, abitanti gentili. Si dorme a Salò.
26 Giugno. La mattina del 26 si lascia Salò e si ritorna a Desenzano, e si prende posizione sulle amene alture di Lonato, poco distante. Correva voce che i Tedeschi venissero su Brescia per quella strada e non si lasciarono quelle alture che il giorno 29 per scendere a Lonato, e quindi proseguire (29-30 Giugno) il mattino appresso nuovamente per Salò per la strada di montagna, onde il nemico dal lago non ci potesse nuocere, servendo di scorta a due batterie di artiglieria che muoveva a quella città. Si dormì in un campo di grano che fa tutto guasto; notte cattiva per la grande umidità. Ci fermammo a Salò il 30 Giugno, nel qual giorno il battaglione si recò a S. Pietro, distante 1/2 chilo* metro circa, e ritornò poscia in città per partire nel pomeriggio del giorno stesso alla volta d'Idro. Si cammina tutta la notte passando per Vestone, paese grande, dove ci furono dispensati, facendoci riposare per due ore circa, i viveri che consistettero in pane, formaggio e vino.
Erano le 5 ant., si riprende la marcia, e verso mezzodì s'arriva al ponte d'Idro, sul fiume dello stesso nome che prende acqua da quel lago. Dopo un'ora circa di riposo, si deve salire sulla montagna che abbiamo in faccia guardando il ponte. Eravamo stanchi, ma pure speranzosi d'incontrare il nemico, si ri­prende la via, ma per una strada tortuosa, e talmente in salita che i muli non poterono passarci, e fummo obbligati a farli tornare indietro. Dalla mattina non si mangiava mi boccone, la fame si faceva sentire; il sole che cuoceva co* suoi raggi, il gran cammino ci aveva messo una sete terribile, e non si trovava acqua: bisognava marciare, e poiché fummo Bulla sommità dopo tre ore di cammino si continuò la marcia diretta verso Anfo, paese di confine, per occu­parlo; si discese la montagna dall'altra parte, e per arrivare a Anfo bisognava
i) La formazione del Persiani mosse da Bergamo, ove era uno dei principali centri di raccolta dei volontari. Altri depositi funzionavano a Como, Gallarate, Va­rese, Bari e Barletta.