Rassegna storica del Risorgimento
CANTONI CARLO CARTE; GROPELLO CAIROLI STORIA SEC. XIX
anno
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1969
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pagina
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100
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100 Libri e periodici
nella cattedrale, assistendo alla cerimonia in fino onore; Aspramente rimproverato dal papa, si sottomise con prontezza e ne sostenne poi l'infallibilità al Concilio vaticano*
La figura del pontefice si erge cosi ancora dominante sul clero e sul vecchio cadente regime, che, permeato d'una mentalità insieme religiosa e reazionaria, ai pentiva di non averlo obbedito abbastanza, ravvisando in ciò la causa capitale del suo crollo. La lettera al papa di Leopoldo eaule a Schlakenwerth, in data 15 luglio 1862, è appunto una confessione dei torti latti dalla dinastia alla Chiesa : Io non intendo cercar scuse del fatto o dell'omesso; me ne sono pentito già ed accusato davanti a Dio... II giudizio Suo io ricevo volentieri e sottomesso. Cristiano in cuore, non fu in me il pravo animo di perseverare in via non buona. Coraggio mancò .
Ed il papa, teso nella suprema illusione di veder risorgere quel vecchio mondo che nel tramonto gli si umiliava, prescriveva come riparazione al sovrano detronizzato la severa educazione cattolica del figlio perché ribadisse, quando fosse tornato sul trono dei suoi maggiori, l'alleanza con l'altare.1)
Si approssimava, invece, il crollo dello stesso potere temporale di Pio. Ad un secolo di distanza, la storiografia cattolica, con questa ricca documentazione, tratta in gran parte dall'Archivio segreto vaticano, e l'acuto, analitico commento del padre Mar* lina, offre il saggio di un interessante contributo per una visione matura del Risorgimento.
BRUNO DI POSTO
DENIS MACK. SMITH, Da Cavour a Mussolini, a cura di Marina Sorrentino Fra no a vi gli a (Studi risorgimentali a cura del Comitato di Catania dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 6); Catania, Bonanno, 1968, in 8, pp. 320. L. 2.500.
Si trovano qui raccolti otto saggi del noto storico inglese del Risorgimento, già apparsi, nel corso di circa tre lustri, in diverse riviste italiane o d'oltremanica. Il titolo sembra quasi voler ribadire là tesi di Mack Smith, elaborata sopra tutto nella sua Storia d'Italia dal 1861 al 1958, e che tante polemiche ha suscitato, sul rapporto di stretta connessione fra Risorgimento e fascismo: se non proprio un rapporto di filiazione diretta, tra padre e figlio, per lo meno di un saldo legame tra nonno e nipote. Tesi che troviamo qui rievocata nel saggio dedicato alle Origini del Fascismo, in cui emergono, per l'appunto, non pochi concetti poi trasfusi nella Storia d'Italia ; e sulla quale non è il caso di soffermarsi qui, dato l'ampio dibattito che a suo tempo ha suscitato. Quel che non si può tacere, è che mentre nella Storia la tesi accettabile o meno che la si voglia ritenere, è articolata in un discorso sostanzioso e preciso che giustamente ha invitato al ripensamento di non pochi nodi della storia unitaria italiana, nel saggio qui ora ripubblicato è avanzata con cosi frettolosa apoditticità da stimolare, anziché la discussione, il passaggio ad altri argomenti. Il fatto è che questo scritto di Mack Smith, se poteva avere un interesse sia dal punto di vista dell'informazione sia da quello di prime ricognizioni su un terreno alquanto accidentato come scritto d'occasione, al momento;, in cui fu per la prima volta pubblicato, appare del tutto sfuocato oggi, e per lo più alquanto superfluo. Lo stesso va detto, a mio modo di vedere, della maggior parte dei saggi della presente raccolta.
Si veda, per esempio, il saggio d'apertura, Cavour uomo di Stato, che è la recensione ai carteggi cavouriani pubblicati da Zanichelli. Il profilo del temperamento e della politica di Cavour che vi è tracciato, ha un senso soltanto se inserito nella prospettiva di un dibattito storiografico a più voci; pubblicato oggi, come autonomo di. segno d'insieme della personalità cavouriana, si rivola piuttosto come uno specchio deformante, e dò a prescindere dai non pochi tratti particolari che sono colti con penetrante persuasività. C'è da chiedersi, per esempio, che cosa potrà essere indotto
3) Pio IX a Leopoldo di Toscana, Roma 10 agosto 1862, daU'archivio Pio IX, facente parte dell'Archivio segreto vaticano; riportata in MARTINA, pp. 534*535.