Rassegna storica del Risorgimento
CANTONI CARLO CARTE; GROPELLO CAIROLI STORIA SEC. XIX
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1969
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Libri e periodici
alle monografie di Emilio Aguzzi, //. giovane Croce e il marxismo* di Michele Abbate*. La filosofia di Benedetto Croce e la orisi della società italiana, e alle pagine di Eugenio Garin in La cultura italiana tra '800 e '900 e nelle Cronache di filosofia italiana (19Q0* 1943). Tra l'altro, c'è da restare (sbalordita di fronte ad un'affermazione del genere a proposito di Benedetto Croce: 11 suo ambiente familiare era borbonico reazionario e come tale lontano dall'ambiente politico . Senza neppure un accenno alla circostanza* di qualche significato biografico, che nell'età della sua maturazione intellettuale, ossia dall'adolescenza in poi, l'ambiente familiare di Croce fu quello di Silvio Spaventa.
La seconda e la terza parte del saggio sono dedicati al periodo 1915*1922: la guerra e la rivoluzione e a Croce e il Fascismo. Al tempo in cui furono scritte, potevano avere una indubbia validità come prima* anche se necessariamente abbastanza superficiale* approssimazione all'argomento. Oggi* quelle pagine davvero non reggono* e questo anche a prescindere da passi come il seguente* in cui francamente la foga polemica sfiora l'astiosità: È stato detto che in una certa occasione Mussolini avesse preso seriamente in considerazione l'idea di somministrare a questo intrattabile filo* sofo la cicuta. Ma egli offriva notevoli vantaggi al regime* poiché era buon monarchico, un buon conservatore, un buon patriota che aveva in ogni momento sostenuto la sua patria a torto o a ragione; era sempre pronto a difendere la reputazione militare dell'Italia; era un buon imperialista* un utile freno alla Chiesa, il più autorevole degli scrittori anticomunisti, uno che guadagnava molta valuta estera, e un sostenitore del principio che bisognava rassegnarsi ai fatti che sembravano inevitabili una volta che fossero accaduti .
Per fortuna* dalla presente raccolta non è assente del tutto il migliore Macie Smith, lo studioso che tanti preziosi contributi ha dato alla storia del Risorgimento, sia sul piano dell'indagine documentaria* che su quello delle interpretazioni d'insieme e dello stimolo alla discussione di fondamentali problemi della nostra storia unitaria: lo si ritrova nei due saggi su Cavour e la spedizione di Garibaldi in Sicilia e su L'insurrezione dei contadini siciliani del 1860.
ALBERTO AQUARONE
GTACIJSTO DE Sivo, l Napoletani al cospetto delle nazioni civili', BIAGIO GARANTI, Alcuna notizie sul plebiscito détte Provincie napoletane con introduzione, appendice e note di MARIO BATTAGLISI (Collana di testi e documenti rari del Risorgimento); Roma, A. Borzi, 1967, in 8, pp. 162. L. 2000.
Questa miscellanea di scritti dell'età risorgimentale, al pari delle altre operette finora edite nella Collana, assume un particolare interesse per i lettori della Rassegna . Merita un elogio l'editore per averci dato questa nitida ristampa di opuscoli di un secolo fa, aventi per argomento la conquista garibaldino-sabauda del mezzogiorno d'Italia.
Non a caso l'editore Borzi e il curatore della collana Mario Battaglila, hanno riproposto i due testi opera di un reazionario e di un unitario, alla simultanea lettura dello studioso d'oggi. Infatti entrambi gli scritti s'integrano, ci danno una visione d'insieme molto significativa dei fatti famosi del 1860.
È giusto considerare ormai questi avvenimenti con spregiudicatezza e con obiettività storica* al di là dell'agiografia. Perciò ben vengano le ristampe di scrittori ani in ni lari (gli editori Forni di Bologna e Berisio di Napoli ce ne hanno già dato di significative) non certo per sminuire la validità storica delle idee risorgimentali, di cui siamo più che mai convinti, ma per lumeggiare le ombre della politica italiana, e di quella meridio-nalista in particolare, delle classi dirigenti piemontesi. Non si vuole in altre parole rivalutare il pensiero reazionario dell'epoca; già l'Omodeo e il Maturi avevano eloquentemente escluso una simile possibilità. I filo-borbonici, i filo-papalini* i filo-austriaci èrano chiaramente contro il corso della storia; la loro grettezza politica e sociale impediva una ratta visione degli uomini e delle cose della nuovo Italia. Ciò nondimeno gli onesti da una parte e dell'altra della barricata erano e sono degni di rispetto: ovvia*