Rassegna storica del Risorgimento
CANTONI CARLO CARTE; GROPELLO CAIROLI STORIA SEC. XIX
anno
<
1969
>
pagina
<
105
>
H Libri e periodici 105
PAOLO DALLA TORRE. Vanno di Mentana* 2' ed.; Milano, Martello, 1968, in 8", pp. 550. L. 6.000
Sul tema di Mentana la Rassegna storica del Risorgimento pubblicava nell'anno 1936 (-XII, pp. 1695-1712) uno studio di Paolo Dalla Torre intitolato Contributo bibliografico ad una storia dello Stato Pontificio nell'anno 1867.
Ancora la Rassegna (a. 1941,1, pp. 45*99) offriva agli studiosi un altro scritto dello stesso A,t riguardante i Materiali per una storia dell'esercito pontificio; e fra quei materiali erano alfabeticamente ordinate le biografìe di ufficiali partecipanti ai fatti del '67, quali per esempio. Raffaele De Courten, Vittorio De Courten, Saverio De Gady, Eugenio Pagliucclii, Ludovico Sparagano, Luciano Kropt, tutti decorati con la medaglia Fidei et Virtuti del 1867.
Ma più assai è da ricordare che nel 1939 la S.E.I. di Torino dava alla luce un volume dello stesso A. avente il titolo perfettamente identico a quello usato nel libro che ora doverosamente segnaliamo agli studiosi ; e pertanto non possono esistere dubbi sulla vocazione dell'A. medesimo a proposito della scelta del tema, come non si può dubitare della adeguata preparazione, delle eccezionali conoscenze bibliografiche, delle privilegiate ricerche archivistiche, e della condotta scientifica dell'opera.
Opera di storico intenzionalmente votato al servizio della verità, di una verità che non esclude il servizio a taluni principi ideologici e ad una fede cui non si può rinunciare. Diciamo fede, perché riconosciamo che qui non si tratta di sanfedismo quale appare in non pochi scritti riguardanti Mentana in particolare e le vicende politiche dello Stato ecclesiastico in generale, di quel sanfedismo, insomma, che non ha più, o quasi più, i suoi difensori.
Tuttavia durante la lettura ci è sembrato di capire e capire non significa acconsentire come e perché l'edizione della S.E.L del 1939 fosse colpita con un decreto di sequestro per cui il libro stesso fu morto e sepolto.
Decreto dittatoriale, possibile in quél clima caldo, troppo caldo, di italianità comunque intesa. Né meravigliamoci troppo: decreti del genere ebbero sempre vita ed hanno vita tuttora nei paesi dove domina la dittatura; anche se non sono sempre eguali in fatto di rigore e di modalità.
Nel caso nostro, il rigore dittatoriale non impedì a due illustri storici, forse durante le more antecedenti la decretata sepoltura, di conoscere l'opera e di additarla pubblicamente. Difatti Cesare Spellanzon salutò premurosamente il libro con un articolo nel Giornale d'Italia (22 gennaio 1939), ed Antonio Monti ne scrisse in Aevum di Milano (ottobre-dicembre 1940).
Che non si trattasse di sepoltura totale, che prevalesse insomma in quel decreto lo stile latino su altri men leggiadri, parrebbe dimostrato dal fatto che quell'edizione del 1939 visse in antiquariato, e fu usata e citata con particolari e precise indicazioni da studiosi presi pur essi dalla vocazione di Mentana.
Se noi ci siamo indugiati a farne ricordo, è perché ha dominato su di noi* durante la lettura dell'opera aggiornata, insieme con l'ammirazione per tanta nobile impresa, anche il ricordo di quella sepoltura cui ora dopo ventinove anni fa seguito la risurrezione: e ri sa che le risurrezioni affermano una maggiore vitalità e lampeggiano di più vìvide luci, e magari sentono o presentono che il clima è cambiato, e che un risorgere è lecito qualunque esso sia.
Questo ricordo e queste considerazioni sono nate, a dir vero, non durante la lettura dei primi capitoli, ma leggendo quelli che direttamente riguardano le vicende occorse intorno a Mentana e luoghi circonvicini.
Nei primi capitoli FA. prende in esame gli accadimenti relativamente remoti rispetto a quelli del 1867. Diciamo subito che l'acuto e diligente esame e le argomentazioni che vengono disseminate con abile mano riguardano le influenze attive e passive della Convenzione di settembre, gli accadimenti della vigilia, ossia la situazione a Roma e nel Lazio durante i mesi invernali e nella primavera del '67, la situazione Italia* Francia in quella slessa primavera e nell'estate, l'opera dei comitati che prepacarono l'invasione, e ancora la situazione a Roma o nel Lazio nella stessa estate (con riferi?.